La complementare diversità di due caratteri rende appassionante la lettura di questo carteggio tra due grandi menti del secolo che, parlando di tutto il mondo, tracciano un «romanzo epistolare» sul Novecento.
Hannah Arendt e Mary McCarthy si conobbero tardi (nel 1944, in un bar di Manhattan, quando la filosofia ebrea tedesca aveva già trentotto anni e sei di meno la scrittrice americana). Ma la loro amicizia si accese come tra due adolescenti. E non per il calore sentimentale, ma per il suo carattere di amicizia «parlata», in cui le due donne - diverse per temperamento e provenienza, per cultura e sorte personale - parlavano di tutto il mondo, e quindi parlavano sempre ciascuna di se stessa: o forse a se stessa. In un'amicizia di questo tipo la lettera è un momento magico perché doppio, in cui un legame si intensifica grazie al suo contrario, la libertà della distanza, e la sincerità può ritrovare, senza sminuirsi, il piacere dell'artificio nello stile. Di lettere, questo carteggio ne raccoglie duecentoventicinque, dal 1949 al 1975, tra l’Europa e l'America dove Mary viaggiava (con l’Italia quale luogo privilegiato, e l’amicizia col gruppo del giornalista Nicola Chiaromonte) e New York dove Hannah restava. La curatrice - anch'ella una terza amica - lo definisce «un romanzo epistolare»: e si può specificare, il romanzo epistolare su un'amicizia novecentesca. Un romanzo sul Novecento.
1999
La nuova diagonale n. 27
720 pagine
EAN 9788838912870
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