La «creazione del passato» è un processo di invenzione della tradizione e insieme di produzione di discorsi opposti o estranei alla scienza che contrappongono l’identità all’esperienza, l’essere all'agire, i valori ai fatti.
«La questione cui questo libro cerca di rispondere, è come mai la cultura – qui nel suo significato d’insieme di convinzioni, usi, mentalità – continui a resistere al cambiamento invece che agevolarlo. Come mai insomma continui a essere così efficace il ricatto hobbesiano dei conservatori – sicurezza morale e gnoseologica in cambio di meno libertà e di meno eguaglianza. Identità invece di coscienza. Colpa della gente? O non piuttosto di una cultura che educa la gente, e abitua le sue élite intellettuali, alla paura del nuovo? In sostanza: come mai la cultura fa il gioco della destra? La mia tesi è che la cultura moderna in quanto istituzione (e cioè non le opere letterarie e artistiche di per sé, ma il sistema e il potere che le organizza e dà loro significato) sia sempre stata conservatrice, per definizione: che sia un apparato di produzione di passato e di valori assoluti, capace di operare con successo all’interno di una struttura in trasformazione quale la modernità ma con finalità antimoderne, una sorta di virus che si adatta all’ambiente della cellula ospite per obbligarla a replicarlo». La «creazione del passato» è un processo di invenzione della tradizione e insieme di produzione di discorsi opposti o estranei alla scienza che contrappongono l’identità all’esperienza, l’essere all'agire, i valori ai fatti. Essa viene qui analizzata sia nelle implicazione teoriche (da Bruno, Vico, Galilei, a Freud, Heidegger, Derrida) sia nelle rappresentazioni letterarie (Da Manzoni e Leopardi a Proust, Levi, Pasolini, Calvino). Ed è criticata allo scopo di contribuire, attraverso la sua comprensione, al suo superamento in quanto sapere ormai inadeguato alle nuove realtà del tempo.
1 Gennaio 2009
Le parole e le cose n. 18
200 pagine
EAN 9788838924330
Francesco Erspamer è professore di letterature romanze e direttore del progetto di studi italiani ad Harvard. Suo principale campo di ricerca è la storia delle idee e delle trasformazioni culturali, in particolare tra Otto e Novecento e nella contemporaneità. Ha lavorato anche sul Rinascimento, pubblicando una monografia sul duello e l'onore e le edizioni commentate dell’Arcadia di Sannazzaro, dell’Apologia di Lorenzino de’ Medici e delle Lettere di Pietro Aretino. Collabora a numerose riviste accademiche e tiene una rubrica settimanale di recensioni su Italica, il sito online di Rai International.
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