Diario

Diario

A cura di Luca De Angelis

In appendice Il romanzo di Elio di Italo Svevo.

«La più autentica e la più attendibile tra le esigue fonti su Svevo» (Luca De Angelis) è il diario del fratello Elio, in cui, le vicende familiari narrate, si ritrovano trasfigurate nei libri dell'autore dell’«inettitudine».

Il diario tenuto da Elio Schmitz - fratello di Ettore Schmitz, vero nome di Italo Svevo - costituisce, come osserva il curatore di questa edizione, Luca De Angelis, «la più autentica e la più attendibile tra le esigue fonti su Svevo, la maggiormente deputata alla ricostruzione dell'adolescenza e della formazione artistico-letteraria dell'autore de La coscienza di Zeno. Esso ci consente immediatamente di mettere a fuoco attraverso un intimo e sensibile quadro esistenziale un interno familiare ebraico-triestino di fine Ottocento». Nelle vicende si Ettore e di Elio - che all'interno della famiglia formavano il sodalizio più forte ed intenso - non mancano i parallelismi con episodi proverbiali del corpus sveviano; ma spesso ci si trova dinanzi a una parentela più obliqua tra vita ed opera, un'identità di premesse più che di conseguenze, a conferma di quanto sostenuto da Philip Roth, per cui il narratore di ispirazione autobiografica racconta soprattutto ciò che non gli è successo. Nelle pagine del diario la consuetudine tra l’«esaltato» Ettore e il più defilato Elio - complice e consigliere del fratello maggiore - si rivela comunque elemento essenziale dell'humus da cui si svilupperà lo «svevismo». Scontento e inquieto ma lucidamente indisponibile all'autoinganno, costretto in situazioni che non sa padroneggiare ma di cui coglie prontamente il lato ironico, Elio appare però più di Ettore-Italo alla mercé della propria «inettitudine», che non può trasfigurare creativamente volgendola in letteratura. Ammalatosi di nefrite, morirà a soli ventitré anni: «Oltre al fratello prediletto Ettore perdeva il confidente dei suoi sogni letterari, colui che aveva creduto nel suo destino di scrittore, quello in cui si rispecchiava, quello che non sarà mai più sostituito da alcuno».

Autore

Elio Schmitz (1863-1886), fratello di Italo Svevo, morì a soli ventitré anni a causa di una nefrite.

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