La macchina da scrivere

La macchina da scrivere

Lingua originale: inglese
Traduzione di Cintia Ruccellai
Titolo originale: Tales from a Rolltop Desk

«Il giorno seguente avvolsi con cura il mio manoscritto con la carta da pacchi, lo legai, lo riposi nel mio baule e mi diressi a Park Row per sentire se ci fosse da trovare un impiego. Agli uffici dell' "Observer", mossi a pietà, mi dettero dei libri da recensire...».

«Il giorno seguente avvolsi con cura il mio manoscritto con la carta da pacchi, lo legai, lo riposi nel mio baule e mi diressi a Park Row per sentire se ci fosse da trovare un impiego. Agli uffici dell' "Observer", mossi a pietà, mi dettero dei libri da recensire...». I protagonisti di queste novelle di Morley hanno tutti il loro romanzo nel cassetto, ma si trovano ad occupare stabilmente i quartieri bassi della città delle lettere, rispondendo alla «posta del cuore» di un settimanale femminile; scrivendo risvolti di copertina per gli editori; facendo da addetto stampa - e factotum - di impresari teatrali di dubbia reputazione. Altri passano alla pubblicità, o, come il poeta Dove Dulcet, che compare qua e là nel libro, intraprendono la professione di agente letterario. La carriera di Christopher Morley compì la traiettoria inversa, dalla prosaicità alla realizzazione artistica: presentatosi al celebre editore Frank Nelson Doubleday con «la sua formula magica per la rigenerazione e l'incentivazione» dell'industria del libro, ne divenne in seguito uno degli autori di punta. Ma in queste storie, nelle quali le belle segretarie sposano il principale e la figura chiave del mondo letterario è il grossista della carta, il ridimensionarsi delle ambizioni creative dei protagonisti ha un significato sostanzialmente positivo: la rincorsa dell'immortalità non deve umiliare i più concreti valori mondani. Quando questa gerarchia viene sovvertita, le conseguenze sono letali, come nel sardonico racconto Lo strano caso di Kenelm Digby e nell'inquietante Riferito all'autore.

Autore

L'americano Christopher Morley (Haverford, Pennsylvania, 1890-Roslyn Heights, New York, 1957), rientrato in patria dopo gli studi ad Oxford, trovò impiego nell'editoria newyorchese, scrivendo allo stesso tempo per testate come «The Bookman», «The Smart Set», «The Metropolitan» e successivamente la «Saturday Review of Literature». Di Morley questa casa editrice ha riproposto nel 1992, Il Parnaso ambulante, La libreria stregata e Tuono a sinistra, e nel 1997 La macchina da scrivere.

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