Regina Coeli

Regina Coeli

La cronaca lucida e asciutta della prigionia del fondatore dell'Accademia Nazionale di Arte Drammatica descrive il clima torbido del dopo armistizio e ci dice molto di più su quell'arbitrio del potere che rimane la vera radice dell'oppressione.

«A queste celle dell'infermeria arriva il sole! E sia pure, per via dell'inferriate, il sole a scacchi: cosa c'è di più classico del netto disegno geometrico ch'esso traccia sul pavimento? Proprio incontro alle nostre finestre sta il favoleggiato quarto braccio, che i Tedeschi hanno preso in custodia. Vederlo non possiamo, a motivo degli schermi opachi: ma in certe ore ne sentiamo e respiriamo la vita. Le frasi in tedesco che schioccano fin qua non devono esser tutte di guardie e sentinelle; anche detenuti tedeschi devono esserci (forse disertori riacchiappati, austriaci), che alle volte cianciano e perfino gridano. Ma la più parte son di certo Italiani; fra i quali com'è noto, alcuni marinai colpevoli d'aver affondato la loro nave invece di consegnarla ai Tedeschi: si è risaputo che il loro comandante era stato senz'altro condannato a morte, ma l'esecuzione della sentenza è rimasta sospesa per l'intercessione del Papa. Ci son pure, fatto nuovo negli annali del reclusorio maschile, donne straniere e italiane: si dice, mogli d'alti ufficiali nostri, arrestate per rappresaglia in luogo dei mariti. E questo tenerle in promiscuità quotidiana con uomini, costrette alla vigilanza e all'assistenza, anche nei più bassi servizi, non di personale femminile ma di carcerieri, è un'altra cosa degna della teutonica civiltà».

Autore

Nato e vissuto a Roma (1887-1955), Silvio d’Amico è noto soprattutto come l’uomo del rinnovamento del teatro italiano negli anni '30 e '40. A lui si deve - oltre a un’attività quarantennale di critico militante documentata dai volumi La vita del teatro in corso di stampa presso l’editore Bulzoni - la fondazione dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, la monumentale Enciclopedia dello Spettacolo, e una Storia del teatro drammatico, da oltre cinquant'anni sul mercato. Ma d’Amico si volse anche ad altri interessi, come testimoniano i saggi raccolti nei volumi Certezze, Dramma sacro e profano e Bocca della verità. Ha lasciato numerosi inediti tra i quali un romanzo (Le finestre di piazza Navona, pubblicato postumo da Mondadori nel 1961 e ristampato da Piemme nel 1991), un Diario di guerra (1916-17) e questo 'giornale' dei diciotto giorni da lui trascorsi nel carcere romano di Regina Coeli al tempo dell’occupazione nazista, pagine che vedono qui per la prima volta la luce.

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