Questa biografia, che muove circolarmente da particolari e fonti casalinghe, e il suo autore sembrano essi stessi un racconto austeniano.
Jane Austen non possedeva uno studio. I suoi grandi romanzi (Orgoglio e pregiudizio, Emma, Mansfield Park, Persuasione) furono scritti in un angolo del soggiorno, mentre intorno a Jane si svolgeva l'attivismo di una grande casa della campagna inglese. La pubblicazione recente delle lettere dimostra che il lavoro della Austen aveva bisogno del contatto vivo con la famiglia, i vicini, i fratelli e i nipoti, con le concrete stanze dell'aristocrazia terriera inglese dei suoi tempi: quella caratteristica cura per i particolari, in cui sembrava risolversi l'intensità dell'esistenza agiata, non smodata, laboriosa, di un ottimismo un po' beota e quasi umoristico, dava la linfa a intrecci e personaggi. E questa biografia, scritta a un cinquantennio dalla morte di Jane dal nipote, vicario di Bray, punta a ritrarla nel suo milieu. E non per anticipazione di una chiave critica di interpretazione di un personaggio tra i meno biografabili, ma perché per il vicario di Bray - amabile, posato, spiritoso con discrezione, come l'aveva fatto il suo ambiente che non riteneva ancora perdita di tempo dedicarsi a diari, innocui pettegolezzi, piccoli notiziari circoscritti entro il giardino di casa -, non si poneva un'altra scelta. Sicché questa biografia, che muove circolarmente da particolari e fonti casalinghe, e il suo autore sembrano un racconto austeniano essi stessi.
1 Gennaio 1992
La memoria n. 261
188 pagine
EAN 9788838908408
Non disponibile
Il vicario J. E. Austen-Leigh, nipote di Jane Austen, scrisse questa biografia nel 1870, settantenne.
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