Una storia fra il gotico e il poliziesco con inseguimenti, falsi indizi e colpi di scena. Protagonisti tre strani ragazzi affetti da sindrome di Tourette, tre amici accomunati dall’emarginazione e dalla passione per il cinema muto, che si ritrovano a investigare sull’omicidio di cui è misteriosamente accusato uno di loro. L’avventura, l’azione cruda, la comicità del grottesco e dell’assurdo, gli omaggi alla letteratura, al cinema e alla cultura popolare fanno di questo libro stravagante un piccolo capolavoro del romanzo di genere.
Tre individui: tre diversi la cui emarginazione non è dovuta a cause sociali o ideologiche, ma alla curiosa malattia che ha afflitto musicisti e poeti e confuso scienziati, la sindrome di Tourette, che provoca tic motori e verbali e una luminosa sensibilità. Sono amici; hanno passioni complementari; svolgono lavori solitari. Il primo è sospettato ingiustamente di un omicidio e diventa bersaglio di inspiegabili tentativi di ucciderlo. Gli altri due cominciano a indagare sul delitto per scagionarlo. Accorrono sulla scena di violenze e la usano a loro volta. Scovano le tracce di traffici tenebrosi e assassini, incrociano un gigante russo che nutre perverse utopie estetiche, si battono contro coppie di gemelli killer. Incompresi dalla polizia, tormentati da tic compulsivi che imitano pezzi di realtà svelandone la trama invisibile, vagabondano per le calles livide e i sotterranei miserabili di una Buenos Aires che prepara il bicentenario (nel 2010) della indipendenza, tra bombe di nazionalisti, colonne di fumo, palazzi distrutti, e bagnata da una pioggerella inesausta da Blade Runner. La sindrome di Rasputin («Sopravvivere. Alla lunga era questo il più irrefrenabile tic» e il santone degli ultimi zar è eletto a icona della capacità di sopravvivere a diverse morti) non è un giallo convenzionale. La critica in Argentina lo ha definito un feuilleton avventuroso, e l’autore, un innovatore del genere nella letteratura in lingua spagnola, vi unisce, all’avventura, l’azione cruda, la comicità del grottesco e dell’assurdo che diventa, grazie alla lente d’ingrandimento dei tre amabili protagonisti, logica del mondo, sprazzi da fantascienza, e una visione in bianco e nero che s’ispira esplicitamente a sguardi cinematografici. Il tutto per raccontare, in fondo, la sostanza umana di un’amicizia nata dove la cosiddetta normalità erige i suoi muri.
13 Ottobre 2011
La memoria n. 868
232 pagine
EAN 9788838925948
Ricardo Romero (1976), argentino, vive a Buenos Aires dove dirige riviste letterarie e collane di case editrici. Ha pubblicato romanzi e racconti. Tra di essi I ballerini della fine del mondo (di prossima uscita da Sellerio) che prosegue la serie dei tre amici protagonisti della Sindrome di Rasputin.
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