Un racconto a chiave, un romanzo filosofico, del Montesquieu maturo; la sua sola opera, forse, con qualche spunto mimetizzato di autobiografia.
Due battute di uno scrittore polacco si affacciano alla mente ogni volta che ci si imbatte in opere di velata significazione; che adombrano la condizione umana o particolari condizioni umane in una rappresentazione mitica, favolosa, surreale; che alludono alla storia, a un momento storico, a una determinata e determinabile società. «È un romanzo a chiave», si afferma nella prima battuta. «La chiave è dal portiere», si afferma nella seconda. Questo racconto di Montesquieu è senza dubbio a chiave. Ma prima di farcene portieri - come d'altronde è giusto, è doveroso - conviene affidarci allo scorrere della favola, al gioco dell'invenzione, alla sua splendida «inutilità».
1 Gennaio 1983
La memoria n. 70
152 pagine
EAN 9788838902321
Charles Louis de Secondat, barone di la Brède e di Montesquieu (1689-1755), celebre filosofo e letterato francese, è autore, tra l'altro, del romanzo epistolare Lettere persiane (1721), e del fondamentale saggio Lo spirito delle leggi (1748), caposaldo teorico del liberalismo moderno.
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