Tempo fuori luogo

Tempo fuori luogo

Lingua originale: inglese
Traduzione di Gianni Pannofino
Titolo originale: Time Out of Joint

Nella piccola città la vita scorre tranquilla. Ma un oscuro disagio sussurra alla paranoia la via di una verità insopportabile.

In Tempo fuori luogo, pubblicato nel 1959, secondo romanzo scritto da Dick, irrompono con forza alcuni temi che rimarranno in seguito angosciosamente presenti in tutta la sua opera. L'ambiente di una piccola città di provincia statunitense - una delle tante Peyton Place che affollavano la letteratura popolare di quegli anni - è descritto nella sua esasperante routine fino a quando alcuni particolari non cominciano ad apparire al protagonista «fuori luogo» come se si aprisse una serie di falle nel tessuto della realtà. Da qui un senso di crescente alienazione, crisi di identità e insicurezza esistenziale fino ai limiti del crollo psicotico, finché un crescendo di rivelazione porta alla scoperta finale. La normalità come schermo di qualcos'altro, la paranoia come amara consapevolezza e giusta risposta a una realtà che è un complotto infido: due aspetti intensamente vissuti della personalità di Dick, prima ancora che della sua opera letteraria, si fanno strada attraverso l'intreccio fantascientifico. Angelo Barbato

1999

La memoria n. 437

320 pagine

EAN 9788838915154

Fuori catalogo

Autore

Philip K. Dick, nato a Chicago nel 1928 e morto improvvisamente in California nel 1982, è ormai un autore di culto ed è considerato una delle figure più significative tra i romanzieri americani contemporanei. Dagli inizi degli anni Cinquanta scrivere fu la sua ossessione, il modo di combattere le angosce e le sconfitte di una vita dominata dalle insicurezze, dai dubbi e dalla paranoia, il mezzo per comunicare un profondo disagio esistenziale. Il ricordo lancinante della sorella gemella morta poco dopo la nascita in circostanze oscure, cinque matrimoni falliti, tre figli o forse più, la condizione economica costantemente precaria, il ricorso frequente alle droghe, una continua instabilità mentale hanno profondamente segnato la sua vita tormentata e determinato il filo conduttore delle sue creazioni, declinato in varie versioni ed espresso con talento visionario. Tra le sue opere vanno ricordate The Man in the High Castle del 1962, Do Androids Dream of Electric Sheep? del 1968, da cui è stato tratto il celebre film di Ridley Scott Blade Runner, Ubik del 1969. Le tre stimmate di Palmer Eldritch e Tempo fuori luogo sono stati pubblicati da questa casa editrice nella collana «Fantascienza» curata da Angelo Barbato e vengono ora riproposti nella collana «La memoria».

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