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insonnia
ninna cabiddu
9 Febbraio 2015
Libro curioso e intrigante, da prendere in mano più volte per scoprire che parole sconosciute, come "eisoptrofobia" , racchiudono paure conosciute; in questo caso si tratta della paura degli specchi che, in certi momenti della vita e con varia intensità, si può provare come fastidio nel vedere riflessa la propria immagine. Ma può essere anche riascoltare Glenn Gould, dopo tanto tempo, di notte e cercare tra i CD le Variazioni Goldberg nella registrazione del 1955 e poi quella del 1981, soffermarsi sulle differenze e, perché no, cercare altre esecuzioni più recenti. Si può allora scoprire che l'insonnia non è tempo perso; per me, amante della musica ma non esperta, è anzi una occasione in più per passare in rassegna dischi e libri e ascoltare e rileggere nel silenzio della casa. E’ un tempo guadagnato che, se vissuto bene, procura una piacevole sensazione di libertà e di controllo della mente. Fin dalle prime pagine questo libro mi ha fatto pensare ai diritti del lettore di Pennac : il diritto di saltare qualche pagina o il diritto "spizzicare", spinti dalla curiosità verso autori o brani assolutamente sconosciuti, o stimolati da vaghi ricordi di ascolto dei propri figli, ma anche sentirne altri per la prima volta. E devo dire che l'esperimento funziona! Infine ascoltare o riascoltare i brani suggeriti da Leveratto amplifica l’efficacia terapeutica della musica, che comunque non si mette in discussione, se spinge anche a riprendere in mano quei libri che riaffiorano nella nostra mente. E con Glenn Gould il libro ripescato dalla libreria è Il soccombente di Thomas Bernhard. Raffaella Mulazzani, utente della Biblioteca di Baia Flaminia Pesaro