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Superbia
Rosa Romeo
Nuova Biblioteca Medica
Novara - NO
9 Novembre 2013
rimedio:
Dostoevskij Fedor Michajlovic, I Demoni
La superbia, come tutti i vizi capitali, rappresenta uno dei volti della tenebra dell’animo umano, è un innamoramento di sé esente dalla grazia del dubbio, che si perde negli infiniti labirinti cerebrali dell'io, a cui non basta il mondo come specchio per veder consacrata la propria superiorità. Nell’estrema forma del nichilismo la superbia, trova ne I Demoni una delle sue espressioni più eloquenti. Non Stavrogin ma Kirillov è il vero demone che porta alle estreme conseguenze - paradossalmente sancito con il suicidio, (che nell'economia del romanzo sarà provvidenziale per coprire altri delitti) - un atto conoscitivo che si pretende assoluto, con cui sfida le leggi positive e morali dell'uomo: “se Dio non esiste, allora tutto è permesso”, l'uomo arroga a sé la libertà assoluta del volere, tutto diventa possibile, e non c'è più freno alle pulsioni distruttive di cui la creatività umana continua a darci sconvolgenti esempi. Essere consapevoli di un male dell’anima è forse già il primo passo per avviarsi verso la guarigione. I libri in questo ci aiutano, a comprendere l’abisso che è in noi, a conoscere la bestia che morde il freno nei recessi dell’io, ma anche a scoprire la luce della compassione, a sentire la comune fragilità dell’essere nel mondo e la potenza salvifica dell'amore. Sta poi a noi compiere il salto verso l'inferno o verso la redenzione. Il farmaco però va assunto a piccole dosi, la penna di Dostoevskij è talmente bella da offuscare la sua intrinseca tossicità.