Gli anni ruggenti del «L'Ora» di Palermo, nel racconto del suo direttore, con il significativo apparato dei «pezzi» più importanti, delle più clamorose campagne. Un frammento di storia d'Italia dalla rovente scrivania di una redazione militante.
«Comunicare la notizia, ma anche l'emozione». Era questo, secondo il giudizio di un suo giornalista, la formula dello stile (e del successo) di un giornale siciliano, antigovernativo per nascita e vocazione, restato nella memoria e nella storia. «L'Ora» quotidiano della sera, era nato a inizio del '900, organo della nuova borghesia antiprotezionistica emersa a seguito della fortuna dei Florio; aveva poi attraversato il Fascismo, divenendo, fortuitamente ma inesorabilmente, un centro di viva opposizione fino a che aveva potuto. Ma la stagione di gloria venne nel dopoguerra, dopo la lunga depressione del Fascismo. La Sicilia giocava la carta della sua rinascita. L'autonomia regionale, la riforma agraria, la tentata industrializzazione, il poco di miracolo economico precipitato nell'isola: «L'Ora» ebbe la capacità e l'opportunità di connettersi a quel rinnovamento, divenendo voce di tutti gli ambienti che esprimevano desiderio di novità, e si aggrappavano al giornale come alla fonte di una libertà di parola riacquistata dopo tempi di silenzio vissuti come immemorabili; collocandosi anche nella prima linea della polemica contro la faccia negativa di quel rinnovamento: la nuova Mafia, l'emergere del sistema di potere clientelare, la nascita dei nuovi potentati economici abbarbicati alla spesa regionale e meridionalistica, la resistenza dei ceti feudali. 1955-1975: un ventennio di giornale in mano a un solo direttore, Vittorio Nisticò, che seppe circondarsi di tre generazioni di collaboratori, rappresentanti forse il meglio dell'intellettualità, oltre che del giornalismo siciliano: e il loro elenco rende semplicemente riassunto di un fetta importante della storia della cultura e della stampa nazionali fino ad oggi. Essi fecero del loro giornale il portatore di due primati. Uno tragico: il maggior numero di giornalisti uccisi nella storia forse della stampa. Uno frivolo: il foglio di informazione più cinematografato. Attraverso gli editoriali del direttore, una cronologia ed un elenco ragionato dei principali servizi giornalistici dell'intero ventennio, questo libro ricostruisce la storia anche più intima dell'«Ora». Che diventa in realtà, come sempre quando si racconta della vita di un giornale, documento di riflessione del nostro passato, recente e già in pericolo di entrare nella zona grigia dell'oblio. La storia, cioè, attraverso la notizia, ma anche l'emozione.
1 Gennaio 2001
La nuova diagonale n. 37
280/488 pagine
EAN 9788838914102
Formato e-book: epub
Protezione e-book: acs4
Vittorio Nisticò, calabrese e siciliano di elezione, direttore per oltre venti anni de «L'Ora» di Palermo. Ritornò (dopo una breve parentesi romana alla direzione di «Paese sera»), ma stavolta per un incarico molto diverso e in un momento molto drammatico: presiedere la cooperativa costituita dai suoi ex redattori per salvare il giornale dalla chiusura assumendosene la gestione diretta. Di Nisticò questa casa editrice ha pubblicato L'Ora dei ricordi (2004).
Chi ha consultato la pagina di questo libro ha guardato anche: