Londra ultimo quinquennio del Cinquecento. Un gruppo di giovanissimi letterati dà corpo a un «nuovo» genere letterario. Il primo studio italiano dedicato alla satira formale in versi.
Gli aculei dell'istrice è il primo studio italiano dedicato alla vicenda, sinora quasi ignorata, della satira in versi elisabettiana. Nell'ultimo quinquennio del Cinquecento, nella Londra in cui è in pieno fervore la grande stagione teatrale dominata dal genio di Shakespeare, un gruppo di giovanissimi letterati dà corpo alle inquietudini intellettuali che accompagnano la nascita dell'uomo moderno, creando un «nuovo» genere letterario. È la satira formale in versi, chiamata così perché ispirata alle forme della satira di Orazio, Giovenale e Persio. Gli autori sono animati da una modernissima ansia di sperimentare modalità espressive più adeguate a dare voce all'indignazione e allo sgomento delle loro coscienze di fronte al drammatico dissesto del loro mondo. Questa «primavera satirica elisabettiana», di cui sono indiscussi protagonisti Joseph Hall, John Marston e John Donne, ha una durata tanto breve quanto intensa, il biennio 1597-98. A porvi brutalmente fine, cancellando di netto il pericolo di quella «predicazione laica», intervengono l'Arcivescovo di Canterbury e il vescovo di Londra che, con un editto congiunto emanato il primo giugno 1599, ordinano il rogo di tutte le satire pubblicate vietandone l'ulteriore pubblicazione.
1 Gennaio 2004
Nuovo prisma n. 46
180 pagine
EAN 9788838919602
Attilio Carapezza insegna Letteratura inglese presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Palermo. Si è occupato prevalentemente dei rapporti tra forme letterarie e ideologia nell'Inghilterra del primo Settecento, di storia della satira e dell'utopia, e di avanguardie storiche. Ha tradotto opere di Defoe, Pope, Lamb, Morris, Shiel e Durrell.
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