L’Africa tra mito e realtà Storia della letteratura coloniale italiana

L’Africa tra mito e realtà Storia della letteratura coloniale italiana

L'Africa, le sue genti e le sue meraviglie, le imprese e le avventure degli esploratori. La prima opera completa ed esauriente sulla letteratura coloniale italiana fino ai nostri giorni.

La letteratura coloniale italiana inizia con un trauma. Negli ultimi anni dell'Ottocento la sconfitta di Dogali e poi la disfatta di Adua generano nella coscienza della nuova nazione un profondo malessere che lega il tema della mancata conquista dei territori africani alle delusioni risorgimentali. Così la prospettiva dell'impresa coloniale favorisce l'elaborazione di un'immagine dell'Africa scandita dal ritmo delle vicende politiche nazionali e nello stesso tempo modellata sui toni e le inclinazioni della letteratura del tempo. Gli stereotipi e le ingenuità che nutrono l'immaginario popolare sulle terre esotiche e lontane vengono ripresi, e riproposti, mentre la pagina letteraria «lavora» la visione dell'Africa, la orienta in modo da influire efficacemente sulla coscienza collettiva. Da qui nasceranno modi e atteggiamenti che ancora oggi condizionano la nostra percezione del mondo africano. Questo volume ricostruisce il lungo itinerario, dai primordi della nostra letteratura coloniale, segnato dal cauto realismo delle opere di Ferdinando Martini, per proseguire con la costruzione della retorica colonialistica di Oriani e Corradini, e quindi con il delicato tessuto di immagini e suggestioni offerte dalle pagine di Pascoli, fino alla definizione dell'immagine dell'Africa immersa nell'atmosfera del mito, tentata prima da D'Annunzio e poi, con estrema efficacia, da Marinetti, l'autore più a lungo interessato al tema. Poi il fascismo, paradossalmente, esibendo un'esplicita attenzione per la letteratura coloniale, ne provocherà di fatto il divorzio dall'ottica culturale del Regime, e avvertirà come estranee le due opere capitali, Io, povero negro e Mal d'Africa, pubblicate nel '28 e nel '34 da Vergani e da Bacchelli. Solo dopo la seconda guerra mondiale, nel clima creato dalla disfatta e dalla perdita dell'Impero, si assisterà al ritorno di una letteratura critica sull'Africa, che coinvolgerà autori della statura di Tobino, Berto, Flaiano. Il problema di formulare una nuova immagine dell'Africa, secondo i parametri definiti della decolonizzazione, porrà quindi la necessità di mutare radicalmente il punto di vista. È l'operazione tentata, a partire dagli anni Sessanta, da Moravia e Pasolini e ancora in corso.

Autore

Giovanna Tomasello è docente di Letteratura italiana presso l'Università di Napoli «L'Orientale». Si è occupata a lungo di letteratura coloniale e nel 1984 ha pubblicato con questa casa editrice La letteratura coloniale italiana dalle avanguardie al fascismo (Premio Viareggio per la saggistica). Ha inoltre dedicato diversi lavori al dibattito sulla sperimentazione letteraria nel secondo dopoguerra, e tra questi il volume su «Il Caffé» di Giambattista Vicari (Roma, 1996). Ha curato l'edizione della Trilogia del teatro nel teatro di Pirandello. Collabora a riviste italiane e straniere.

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