Storie dell’infanzia e avventure di bizzarri personaggi dell’Europa centrale, narrazioni e memorie, letteratura e storia si mescolano in questo libro dai molti sapori. Da Altalena a Zimbello, passando per Amicizia, Biglie, Cinema, Identità, Oroscopi, Scherzi, Traduttore e molte altre, ognuna delle voci è un racconto diverso, ma tutte contengono una riflessione su un aspetto diverso del vivere e il raccontare.
Questo libro è un incrocio di idee, biografia e autobiografia, e racconto. Cataluccio dice di non credere a una realtà che sia separabile dalle finzioni che coerentemente ha suscitato, né a una finzione disancorata da ciò che si considera evento storico. Così il suo narrare, che stilisticamente ricorda un procedere sempre visitando luoghi e situazioni prima che fatti, attraversa nella stessa pagina e nello stesso pensiero generi diversi, ma con un piacere di scoprire legami nascosti, un’immedesimazione nei personaggi, un sentimento del ritmo del tempo e una sensibilità naturale verso lo spirito dei luoghi, in grado di rendere complice il lettore con la stessa gioia evidente del momento in cui furono scritti. Un grande bacino di cultura come sottofondo: è la cultura della cosiddetta Mitteleuropa, tra Trieste e il Baltico, la Germania e la Russia, un’Europa di catastrofi storiche, unita solo «dalla memoria comune», «popoli di nazioni mai vincitrici» e per questo, come ha scritto Milan Kundera, «un’altra Europa, il rovescio dell’Europa dei grandi, il vero contrappunto». Da questo serbatoio, Cataluccio trae un’opera, uno scrittore, un’idea, e li proietta su un orizzonte di situazioni da lui vissute o riportate, di incontri memorabili, di notizie storiche tragiche e comiche, di casi e personaggi esemplari perlopiù a noi ignoti ma più espliciti di qualunque descrizione.
Ci scorrono dinanzi, uniti strettamente ai nessi culturali, idiomi di popoli negati, villaggi inghiottiti, quartieri di città grandi, ghetti brulicanti di vita e di morte, religioni minoritarie ed eretiche, poeti patrioti simbolici come altrove un ammiraglio o uno statista, filosofi che si specchiano nella vita più che nella metafisica, romanzi e film epocali…
In Ambaradan tutto questo è reso in brevi racconti messi in ordine alfabetico dal nome del concetto che li ha accesi: un repertorio nel senso proprio del termine, di cose trovate e organizzate, con continui rimandi tra loro. E funzionano come exempla, parabole, da una delle tante europe di cui è fatta l’Europa, o da una delle tante vite che avremmo potuto vivere.
13 Settembre 2012
La memoria n. 902
200 pagine
EAN 9788838927553
Formato e-book: epub
Protezione e-book: acs4
Francesco M. Cataluccio ha studiato filosofia a Firenze, letteratura e storia dell’arte a Varsavia. Si occupa dei programmi culturali di Frigoriferi Milanesi. Scrive, in forma digitale, sul «Post», «Engramma» e «doppiozero». Ha curato le edizioni italiane delle opere di Witold Gombrowicz e Bruno Schulz. Ha scritto: Immaturità. La malattia del nostro tempo (2004) e Che fine faranno i libri? (2010). Con questa casa editrice ha pubblicato: Vado a vedere se di là è meglio. Quasi un breviario mitteleuropeo (2010, Premio Dessì per la letteratura), Chernobyl (2011), L’ambaradan delle quisquiglie (2012) e La memoria degli Uffizi (2013).
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