La tesi generale di Voltaire è che non conveniva la conquista dell'America: non agli americani originari, e questo è di immediata percezione. Ma neppure agli europei.
Gli scritti sull'America di Voltaire sono compresi - come un compatto trattato o un dizionario nell'Essai sur les moeurs, al quale il filosofo si era dedicato con un esplicito programma intellettuale: «Mi sembra che abbiamo considerato la storia soltanto alla stregua di una compilazione cronologica. Mi sono sforzato di fare, come meglio ho potuto, la storia dei costumi, delle scienze, delle leggi, delle usanze e delle superstizioni. Vedo quasi esclusivamente storie di monarchi, voglio storie di uomini». Come confronto polemico, Voltaire ha dunque quella storiografia dominante che è sempre, come diceva Petrarca, «elogio di Roma»: la storia celebrativa, degli splendori, delle gesta, delle cronache e degli annali. E i materiali da cui parte per scrivere sull'America (di antropologia, di geografia umana, di etnologia, di sociologia, oltre che di storia politica) sono solo i documenti che riflettono le opinioni ufficiali del tempo, le memorie, i libri, le immagini a stampa: e tale ne doveva essere la sensazione di enormità che il suo trattato diventa una galleria delle sciocchezze sesquipedali sull'America (ognuna delle quali celante ingiustizia) e delle sue sarcastiche risposte. Quanto più grandi le prime, tanto più micidiali le seconde, a togliere per noi ogni alone ideologico ai concetti di tolleranza, ragione e libero pensiero, e darne la misura concreta di rifiuto e di sconcerto per i luoghi comuni dominanti. La tesi generale di Voltaire è che non conveniva la conquista dell'America: non agli americani originari, e questo è di immediata percezione. Ma neppure agli europei.
1 Gennaio 1991
La memoria n. 222
132 pagine
EAN 9788838906749
Non disponibile
Di Françoise-Marie Arouet in arte Voltaire (1694-1778) questa casa editrice ha pubblicato: Memorie (1980), L'America (1991), Lettere di Memmio a Cicerone (1994). Morto Voltaire nel 1778 (a ottantaquattro anni), Madame Denis, sua erede universale, vendette a Caterina II di Russia la biblioteca e tutti gli scritti dello zio ad eccezione di una raccolta di documenti di carattere privato. Le lettere inedite che conteneva, restate fino al 1935 nel castello di famiglia, poi vendute, furono pubblicate per la prima volta nel 1957. Tra di esse, queste lettere di Voltaire alla nipote. La presente traduzione è basata sull’edizione critica di Theodore Besterman, Lettres d’amour de Voltaire à sa nièce (Paris, Plon, 1957).
Chi ha consultato la pagina di questo libro ha guardato anche: