Tre racconti che sono quasi referti di una clinica delle passioni, di casi di una micidiale oltranza psicologica.
Accanto alla Principessa di Clèves, capostipite consacrato del romanzo moderno, Madame de La Fayette ci ha lasciato taluni densi e tesi racconti, dove il filo rosso del sentimento amoroso si mesce in varia misura, e contrasta, il filo nero della gelosia. Racconti, ma potremmo dire casi di micidiale oltranza psicologica, quasi i referti di una clinica delle passioni, raccolti e ritrascritti da una donna ch'è nello stesso tempo un confessore partecipe e un analista senza pietà. Sono pagine pressoché sconosciute in Italia e che poco invidiano al capolavoro, sia che ne costituiscano come la Contessa di Tenda una secca e fulminea sinopia, sia che - è il caso della Principessa di Montpensier - ridisegnino coi colori d'un arazzo regale una fosca vicenda d'amore e morte sullo sfondo delle guerre di religione. Infine in Alfonso e Bélasire apparirà un memorabile ritratto di intransigente delirio, di cui un critico come Giovanni Macchia ha potuto scrivere che «forse mai la letteratura francese aveva espresso motivi di una così sottile e maniaca gravità».
1 Gennaio 1980
La memoria n. 20
132 pagine
EAN 9788838901829
Non disponibile
Nobildonna, amante di La Rochefoucauld, Marie Madeleine Pioche de La Vergne (1634-1693), moglie del conte La Fayette, scrittrice di grande sobrietà e purezza, è autrice, tra l'altro, dei romanzi La principessa di Clèves (1678) e La contessa di Tenda (1724).
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