Il concetto di cultura, nelle sue potenzialità, confini e falsità, guardato dai suoi scarti e dai suoi residui, da ciò che resta marginalità.
Attraverso una scelta di saggi che a partire dal 1965 giungono sino ai nostri giorni, viene presentato un percorso di riflessione e di ricerca che è insieme testimonianza di un lavoro personale e di momenti diversi che hanno qualificato alcuni importanti orientamenti, nell'arco di mezzo secolo, delle discipline antropologiche. Il discorso è reso unitario dal desiderio di definire il concetto di cultura, di circoscrivere le sue potenzialità, di rilevare i suoi limiti e le sue «falsità» epistemologiche. Questo concetto, nell'articolazione delle tre parti che costituiscono il volume, è discusso soprattutto dal punto di vista delle sue applicazioni metodologiche, nello sforzo di collegare la riflessione teorica ai mutamenti dei fenomeni sociali, di individuare le sue potenzialità nell'analisi delle esperienze della vita quotidiana, di dare senso agli accadimenti apparentemente più ovvii e contraddittori, di illuminare gli «scarti», i «residui», le marginalità, di dare voce e volto a quanti vengono cancellati nei dati numerici delle statistiche o immersi nell'anonimità dei plurali che descrivono i raggruppamenti in cui classifichiamo gran parte del mondo contemporaneo: gli analfabeti, gli immigrati, le donne, i disabili, i devianti, i rifugiati. Tutto il testo è pervaso dall'aspirazione a collegare fatti e idee, a dialogare con altre discipline, ad applicare in modo se non innovativo almeno non ripetitivo le metodologie tradizionali, ad osservare più le eccezioni che le regole, a vedere il nostro tempo come interessante sempre, nonostante tutto.
1 Gennaio 2005
Nuovo prisma n. 62
320 pagine
EAN 9788838920639
Matilde Callari Galli insegna Antropologia culturale presso l'Università di Bologna. Numerose le sue ricerche svolte in molti ambiti e in molte aree: i rapporti tra cultura ed educazione, l'etnografia dei mezzi di comunicazione di massa, l'analisi dei nomadismi contemporanei, la fenomenologia dei conflitti come si configurano nelle realtà del nostro Paese e di altri continenti. Tra le più significative ricordiamo: Né leggere né scrivere (con G. Harrison), 1971; Antropologia culturale e processi educativi, 1993; In Cambogia. Pedagogia del totalitarismo, 1997; Antropologia per insegnare, 2000; La TV dei bambini, i bambini della TV (a cura), 2003; Nomadismi contemporanei (a cura), 2004; Culture e conflitto (a cura con G. Guerzoni, B. Riccio), 2005; Il meticciato culturale (a cura con D. Londei, A. Soncini Fratta), 2005.
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