Nella provincia emiliana microborghese e fascista, due fratelli affrontano il mondo in un modo «ventresco».
Due fratelli, figli del popolo, formati nel cuore del fascismo - quello violento e microborghese, grasso e plebeo, della provincia emiliana -, si rincorrono di avventura in avventura nel corso degli anni: e non perdono, al mutar della scena, una loro vocazione anarchica, un loro modo «ventresco» e innocente di affrontare il mondo. Nell'Archivio di Abele è uno dei fratelli che racconta, ordinando gli indizi, attraverso il ricordo, per consentire di comprendere qualcosa sulla scomparsa improvvisa dell'altro fratello, complice e mentore di tutta una vita. E c'è qualcosa, nella satira che tinteggia di colori più lievi monellerie di adulti, e ricorda Il giornalino di Giamburrasca, che fa pensare che, come Giamburrasca con le sue imprese metteva a nudo il lato «sporco» del mondo dei «grandi», qui si voglia scoprire un certo risvolto nascosto del carattere italico: che mai si solleva nemmeno a vizio, che mai scompare pur non manifestandosi, che fa sempre da remora a ogni maggiore aspirazione: assorbendola in sé e degradandola.
1 Gennaio 1993
La memoria n. 272
264 pagine
EAN 9788838908996
Antonio Faeti (Bologna, 1939) insegna Storia della letteratura per l’infanzia nell’Università di Bologna. Ha pubblicato molte opere di pedagogia. L’archivio di Abele è il suo primo libro di narrativa.
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