Antiche vicende amorose, vissute nel cuore del Sud, vengono rivisitate dall'anziano protagonista lungo un inverno romano. Due città e due fasi della vita s'incontrano in questo diario-romanzo.
Scrive Leopardi in un luogo della sua Storia del genere umano: «E Giove seguitò dicendo: avranno tuttavia qualche mediocre conforto da quel fantasma che chiamano Amore». Non diversamente il protagonista di queste pagine (lo stesso autore, forse; ma forse no, a dispetto delle coincidenza onomastica), assediato dall'inverno in un albergo romano, rievoca, per medicina dei suoi accessi d'angoscia, antiche venture di cuore nel Sud, al tempo della gioventù. Ne risulta uno sdoppiarsi dell'io parlante in due città ed età diverse sotto due maschere alterne, in altalena perpetua fra abbandono e impostura, sfogo ingenuo e farnetico astuto. Un diario-romanzo, insomma, che via via può leggersi come ballata delle dame del tempo che fu, o come Mea Culpa di un vecchio che vanamente si ostina a promuovere in leggenda, attraverso ilarotragici ingranaggi di parole, la sua povera «vita nova». Gesualdo Bufalino
1 Gennaio 1984
La memoria n. 99
216 pagine
Fuori catalogo
Gesualdo Bufalino (1920-1996), professore di liceo e scrittore italiano, si è rivelato col romanzo Diceria dell'untore. Ha pubblicato, in seguito, libri di poesie, di memorie, di aforismi, scritti giornalistici e romanzi a carattere lirico-autobiografico. Il romanzo Le menzogne della notte (1988) è vincitore del Premio Strega. Di Bufalino questa casa editrice ha pubblicato Comiso ieri (1978), Diceria dell'untore (1981), Museo d'ombre (1982), Cere perse (1985), Saline di Sicilia (1988) e La luce e il lutto (1990), Il tempo in Posa (1992), Il tempo in Posa (2000).
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