Il poeta amico di Proust, il diplomatico memorialista della Via delle Indie porge il suo omaggio ironico alla morte nell'epoca che vuole obliarla con una rassegna delle morti grandi, delle morti artistiche.
Un omaggio ironico alla morte, nel tempo in cui il costume moderno decideva di relegarla nell’ombra. Paul Morand, mediante l’erudita rassegna dei modi letterari di trapassare l’estrema soglia, quelli cioè dei grandi letterati o di cui le lettere conservano il racconto, fornisce una guida per esempi a un’arte del bel morire: e si scopre così il razionalismo della morte illuministica o il classicismo di quella rivoluzionaria, la morte geniale dei romantici, lo scientismo del positivista che si spegne osservandosi e il morire decadente e dandy, il suicidio naturalistico e quello occasionale e provocatorio Dada.
2008
Il divano n. 260
100 pagine
EAN 9788838922732
Paul Morand (1888-1976) fu poeta narratore e critico, di enorme successo tra le due guerre poi caduto nell’oblio a causa della compromissione con la dittatura di Vichy; della cerchia di Proust e amico di Cocteau, ebbe incarichi di diplomatico in Oriente. Questa casa editrice ha pubblicato nel 2000 le memorie di La via delle Indie.
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