La ricostruzione delle fasi finali del processo per eresia a Giordano Bruno.
La prima denuncia di Mocenigo a Giordano Bruno fu del 23 maggio del 1592, in una lettera con accuse di miscredenza e ostilità alla religione cattolica e al clero, e di sostenere ogni eresia e dottrina magica. Bruno fu arrestato dall'Inquisizione la notte seguente. I documenti processuali (qui riuniti con le denunce di Mocenigo, e una sintesi del 1598, detta Sommario) ricostruiscono la fase estrema del processo, quella condotta dal cardinale Bellarmino, che sintetizzò l'accusa in otto proposizioni eretiche che il filosofo di Nola, pur non rifiutandosi a un'abiura generale, non volle nello specifico abbandonare, continuando a discutere, a distinguere, a confrontarsi. Posto, infine, di fronte all'alternativa tra abiurare o morire, Bruno rispose: «che non deve né può ritrattare, e che non ha da ritrattare e che non ha materia di ritrattazione, e che non sa su cosa debba ritrattare». Sentenza di morte per eresia fu pronunciata l'8 febbraio del 1600. Bruno arse sul rogo alzato a Roma in Campo de' Fiori il 17 febbraio del 1600, l'anno del Giubileo.
2000
Il divano n. 153
240 pagine
EAN 9788838915918
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