Il banchetto dell’emiro, pubblicato la prima volta sotto pseudonimo, narra di un amore «assoluto e totale, del nostro tempo e di ogni tempo», ancor più incondizionato perché non dichiarato.
Il giallo letterario dell'estate del 1982 riguardava l’identità dell’autrice di un romanzo pubblicato in questa stessa collana: Il mirto e la rosa di «Gamîla Ghâli». Il manoscritto era stato consegnato a Roma a Leonardo Sciascia da un'anziana signora di origini siciliane, Annie Messina, che aveva accreditato come autrice una fantomatica amica italo-egiziana. Il mirto e la rosa era in realtà opera della stessa Annie Messina, che aveva abbandonato da tempo una promettente carriera di scrittrice per dedicarsi esclusivamente all'arte esigente e faticosa della traduzione letteraria: non volendo approfittare della rinnovata notorietà della zia Maria Messina, le cui opere venivano proprio allora ripubblicate ne «La memoria», si era inventata lo pseudonimo e l’amica di Alessandria d’Egitto, dove aveva vissuto per vent'anni in gioventù. Dopo il grande successo della prima edizione, Il mirto e la rosa fu ripubblicato con il vero nome dell'autrice che, novella Shéhérazade, gli fece seguire altre storie collocate su di uno sfondo da Mille e una notte. Il banchetto dell'emiro, che presentiamo ad un anno dalla scomparsa di Annie Messina, narra di un altro amore «assoluto e totale, del nostro tempo e di ogni tempo», ancor più incondizionato perché non dichiarato.
1997
La memoria n. 379
164 pagine
EAN 9788838913396
Non disponibile
Di Annie Messina (1910-1996), nipote di Maria Messina, questa casa editrice ha pubblicato Il mirto e la rosa (1982), La principessa e il Wâlî (1996), Il banchetto dell'emiro (1997).
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