Il primo romanzo della serie con protagonista Carlo De Vincenzi, poliziotto atipico, fuori dagli schemi, poeta più che uomo d’azione: nell’appartamento del suo vecchio amico Giannetto Aurigi è trovato il cadavere di un banchiere. Tutto congiura contro Aurigi, ma De Vincenzi sa scrutare come pochi la scena del delitto e l’animo umano.
De Angelis non è soltanto il vero creatore, negli anni Novecentotrenta, del giallo all’italiana, è ancor di più il primo in Italia a riflettere criticamente sul nuovo genere: «Io ho voluto e voglio fare un romanzo poliziesco italiano – scriveva in una prefazione che riprendeva la sua celebre Conferenza sul giallo –. Impresa ardua. Da noi manca tutto, nella vita reale, per congegnare un romanzo poliziesco del tipo americano o inglese. ... L’essenziale per me è creare un clima. Far vivere al lettore il dramma». Mancando, quindi, alla vita reale delle nostre città gli ingredienti per un giallo alla moda straniera, egli si ingegnò di nutrire il giallo degli ingredienti della vita reale italiana. E riuscì a creare il giallo di «clima» italiano. La città: Milano, percorsa nelle sue strade e nei suoi luoghi autentici. Gli interni: appartamenti, circoli, alberghi, portinerie, botteghe artigiane, mercati, fiere, ditte industriali, uffici, banche. Personaggi: rentier, capitani d'industria e banchieri di un capitalismo, come quello nazionale, non del tutto moderno, signore aristocratiche nullafacenti, viaggiatori; e giù di lì massaie, commesse, il proletariato urbano fatto di garzoni camerieri e portinai, il caratteristico ceto medio impiegatizio; ma soprattutto poliziotti all’italiana, a tratti prepotenti, a tratti burocratici, a tratti paternalisti. Su tutti il perfetto protagonista di De Angelis, il commissario De Vincenzi, anche lui un classico italiano. Un tipo di alto funzionario che si incontra ogni tanto negli uffici dissestati: intelligente, sensibile e pensoso, dotato di una cultura raffinata e incongrua al ruolo statale, scettico soprattutto su se stesso, che continuamente si domanda «ma perché ho fatto il poliziotto?» ma poi capace delle migliori performance, grazie proprio al suo essere diverso dai colleghi. Il banchiere assassinato (anno 1935) è il primo romanzo della serie e di De Vincenzi si apprende subito il vero interesse, la poesia, e le letture un po’ eccentriche per un poliziotto del Ventennio. Tra di esse Freud. E ciò preannuncia il suo sommo strumento investigativo: l’intuizione psicologica e l’osservazione dell’involontario da cui emerge l’indizio segreto. È notte nel suo ufficio, quando irrompe l’amico Giannetto Aurigi, un ricco flaneur, ridotto indebitato. Arriva una telefonata: c’è un morto in via Monforte, è il banchiere Mario Garlini. Proprio nell’appartamento dell’Aurigi e il cadavere è quello del suo principale creditore.
1 Gennaio 2009
La memoria n. 782
224 pagine
EAN 9788838923760
Formato e-book: epub
Protezione e-book: acs4
Augusto De Angelis, nato a Roma nel 1888, incarcerato per antifascismo nel 1943, e morto a Bellagio nel 1944 per le percosse subite in un’aggressione fascista. Il commissario De Vincenzi fu portato in televisione negli anni Settanta del Novecento da Paolo Stoppa per una serie di sceneggiati. È protagonista di quindici romanzi scritti tra il 1935 e il 1942 di cui questa casa editrice ha già pubblicato: Il mistero delle tre orchidee (2002), L’Albergo delle Tre Rose (2002), Il mistero di Cinecittà (2003), La barchetta di cristallo (2004), Il candeliere a sette fiamme (2005), L’impronta del gatto (2007), Giobbe Tuama & C. (2008), Il banchiere assassinato (2009), Sei donne e un libro (2010) e Il canotto insanguinato (2014). Tre romanzi della serie sono stati anche riuniti nella collana «Galleria» col titolo Il commissario De Vincenzi.
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