«Un saggio sottile e pieno di spirito sul Barocco di uno scrittore latinoamericano che seppe conciliare nella sua opera l’esperimento e la tradizione, così come la spontaneità e l’avventura della passione per l’arte e per i libri» (Mario Vargas Llosa).
Barroco è un trattatello narrativo dello scrittore cubano, naturalizzato francese, Severo Sarduy. La prima edizione del racconto critico è del 1974. Il libro è stato più volte ristampato dall’autore, sempre con delle aggiunte. Questa nuova edizione italiana (sollecitata da Mario Vargas Llosa, e curata da Salvatore Grassia) è l’unica veramente completa.
Barroco racconta la «ricaduta» dei modelli cosmologici sull’arte e sulla letteratura, attraverso la decisiva contrapposizione di due forme: il cerchio di Galileo e l’ellisse di Keplero.
Con affascinanti passaggi analogici, che devono molto all’archeologia dei saperi di Foucault e alle teorie psicanalitiche di Lacan, la straordinaria inventiva saggistica di Severo Sarduy si sofferma in particolare sulla definizione dei procedimenti retorici che agiscono nello «spazio simbolico del barocco». Rispetto al cerchio, che domina con l’equilibrio del suo unico centro le composizioni rinascimentali di Brunelleschi e di Raffaello, l’ellisse geometrica (con i suoi due centri) si riflette nel decentramento e nella duplicazione raffigurati nello Scambio delle Principesse di Rubens, nell’anamorfosi del cerchio che dilata la pianta di San Carlo alle Quattro Fontane progettata da Borromini, nell’elisione del soggetto ingegnosamente rappresentata da Velázquez nelle Meninas. Allo stesso modo, nella poesia di Góngora, la curva kepleriana «ricade» sulla figura retorica – la metafora – che più d’ogni altra mette in scena lo spettacolo del linguaggio barocco. Ma se la metafora «come semplice transfert, spostamento senza cambiamento, passaggio di un significante, inalterabile, dalla sua catena “originale” a un’altra» è ancora «perfettamente compatibile con il galileismo», solo la metafora barocca, secondo Sarduy, partecipa pienamente dei due fuochi dell’ellisse: come «metafora al quadrato», in cui la parola letteraria ha definitivamente oscurato la propria funzione denotativa per brillare esclusivamente nella continua ma «vuota» celebrazione di se stessa.
2014
Le parole e le cose n. 30
132 pagine
EAN 9788838931505
Fuori catalogo
Severo Sarduy (1937-1993) è stato uno dei massimi scrittori sudamericani contemporanei. In Francia, con il romanzo Cobra del 1972, vinse il prestigioso Premio Médicis étranger.
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