Il battello per Kew

Il battello per Kew

Stephen Jacobi, anziano libraio antiquario londinese dal fiuto straordinario, vicino al tramonto della propria esistenza, si è rassegnato a vivere di malinconici ricordi. Ma la notizia della possibile vendita di una celebrata biblioteca fiorentina lo spingerà ad un viaggio in Italia dagli inaspettati risvolti.

«Oh Stephen! Bastava una briciola di giovinezza, di splendente salute, per spazzarlo via con tutte le sue piacevolissime qualità, come una foglia secca». Stephen Jacobi è – o meglio era – un grande libraio antiquario londinese, un anglo-fiorentino di razza, un coltissimo esteta, un insuperabile «cane da tartufi» di libri «straordinari». Ora, nel 1966, gli pare che la sua vita non abbia più senso: scomparsa tragicamente anni prima la moglie Eva, finito il sodalizio con la socia-amante Banny – alla quale ha dovuto cedere per pochi soldi i suoi libri più preziosi – e dopo che il suo vecchio medico di Harvey Street gli ha lasciato assai scarse speranze per i suoi malconci polmoni, Stephen si è rassegnato a vivere ormai di malinconici ricordi. Una lettera di un collega fiorentino che gli annuncia, con toni misteriosi e promettenti, la possibile vendita di una celebrata biblioteca, lo scuote d’improvviso dal suo torpore: andrà dunque a Firenze, seguendo l’irresistibile, atavico richiamo dei libri, fosse anche per l’ultima volta. Mentre la biblioteca – circondata da troppi e avidi pretendenti – si rivela con il passare dei giorni sempre più un’illusione, Stephen incontra a una cena in suo onore la giovanissima Violante, insensibile del tutto ai libri, ma piena della freschezza e dell’innocenza che Stephen ha creduto di avere perso per sempre.
In questo romanzo inedito – ambientato a Londra, Parigi e Firenze, le città che con la Milano dell’infanzia hanno formato il mondo dello scrittore – Vigevani ha creato una figura indimenticabile (e ampiamente autobiografica): quella di un uomo che guarda il mondo, la vita e anche l’amore attraverso il prisma rifrangente dei libri. Come dice Stephen: «Se la natura è il libro degli dei, in cui si realizzano le loro idee, i libri sono il sedimento tangibile, la concrezione fisica delle idee degli uomini. Del resto, non importa. Ciò che veramente conta, non possiamo spiegarlo».

Autore

Alberto Vigevani (Milano, 1918-1999) narratore, editore, bibliofilo, scrisse romanzi ispirati a memorie autobiografiche, racconti e raccolte di liriche. Tra le sue opere Estate al lago (Milano, 1958), Le foglie di San Siro (Milano, 1962), Un certo Ramondès (Milano, 1966), L'invenzione (Firenze, 1970), Fata Morgana (Milano, 1978), la raccolta di racconti Fine delle domeniche (Firenze, 1973) e le raccolte di poesie Anche le più lievi (Milano, 1985) e L'esistenza (Milano, 1993). Questa casa editrice ha pubblicato La febbre dei libri (2000), Estate al lago (2001), Lettera al signor Alzheryan (2005), All'ombra di mio padre. Infanzia milanese (2007), Il battello per Kew (2009), Milano ancora ieri (2012) e L’invenzione (2017).

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