«Se un infelice, per caso, ti chiede di essere aiutato, generosamente ad aiutarlo pensa, prima o poi bell’azione trova ricompensa». Nate per il divertimento della corte, le meravigliose fiabe di Madame d’Aulnoy, trasportano il lettore in un mondo fatato popolato da re e regine, principini, chiavi d'oro e bacchette magiche.
Assieme ai contemporanei Racconti di Mamma l’Oca di Perrault, e al Cunto de li cunti di Gianbattista Basile che li precedono di mezzo secolo, i Racconti delle fate di Madame d’Aulnoy costituiscono la raccolta di fiabe più celebre e significativa, fonte completa di quasi tutte le situazioni tipiche del racconto meraviglioso, passato, per una strana tradizione, come letteratura per l'infanzia. Nate per il divertimento della corte («contes avec quoi l’on amuse les dames de Versailles», diceva Madame de Sévigné) forse più delle altre subiscono un processo di raffinazione e di stilizzazione, di allontanamento dal genere popolaresco che ne era all'origine, che ammanta di straordinario e di grandioso la rappresentazione idealizzata della vita di corte.
1 Gennaio 2000
La memoria n. 461
208 pagine
EAN 9788838915673
Marie Catherine Le Jumel de Barneville baronne d‘Aulnoy (1650-1705), dalla vita spregiudicata e avventurosa, pubblicò i suoi racconti delle fate tra il 1697 e il 1698. Essi comprendono alcune fiabe famose, come La gatta bianca, L’uccello azzurro e Il ramoscello d’oro. Scrisse anche romanzi e una Relazione di un viaggio in Spagna (1691).
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