Questa traduzione è stata realizzata con il contributo del Goethe-Institut finanziato dal Ministero degli Affari Esteri tedesco.
Uno dei primi bestseller tedeschi pubblicato nel 1947 e poi dimenticato. Il racconto degli ultimi giorni della Germania nazista, attraverso gli occhi di un gruppo di clandestini oppositori del regime, nelle settimane che precedono la resa. Una testimonianza letteraria del crollo di una nazione.
«I nazisti» dice Lassehn il disertore «sono riusciti a equiparare il nazismo con la nazione tedesca, a diffondere l’opinione che la fine del nazismo debba significare anche la fine della Germania e del popolo tedesco. Ho avuto parecchi compagni d’armi che dichiaravano del tutto apertamente di non avere simpatie per il nazismo ma che si trovavano nella situazione d’emergenza di dover difendere la Germania».
Questo libro, pubblicato una prima volta nel 1947 poi dimenticato (forse non a caso), è per tanti versi sorprendente. Tratta infatti la questione controversa della resistenza dei tedeschi al nazismo. Giorno per giorno, ora per ora si descrivono le ultime settimane della Berlino di Hitler, dalla metà di aprile del 1945. I quartieri, le grandi strade, i luoghi pubblici, i parchi, i mezzi di trasporto, come si trovavano sotto i colpi distruttivi dell’avanzata degli alleati. E i contatti, i colloqui, e tutte le strane situazioni di socialità che si creano nel rimescolio della catastrofe imminente. E i discorsi davanti ai portoni e nei negozi, le file per il cibo, le tessere del razionamento. E gli amori concitati. Le famiglie sfasciate o ricomposte. Ma tutto questo visto dalla strada e con gli occhi di un gruppo di clandestini. Sono disertori che fuggono la guerra e vanno poco a poco prendendo coscienza, semplici disperati emarginati dal totalitarismo, vecchi socialdemocratici o comunisti da sempre oppositori che per un decennio sono usciti ed entrati da carceri e campi di concentramento, credenti la cui coscienza religiosa si ribella, ebrei scampati, comuni cittadini che non ne possono più. Aspettano la fine; girovagano per la città distrutta in una specie di viaggio al termine della notte. Ma intanto cercano di sfuggire alla caccia di Gestapo e di SS, di sottrarsi agli occhi delle spie e dei delatori; e operano, ognuno come può, con sabotaggi o azioni di propaganda, per accelerare la caduta del terrore. Portatori di valori diversi e di opinioni divergenti, sanno anche instancabilmente discutere tra di loro, costruendo – dentro la cronaca di una città che muore, dentro il resoconto storico di ciò che resta del nazismo, dentro lo spaccato di una società sconvolta dalla consapevolezza della fine di tutto – il romanzo delle idee degli antinazisti di cui forse le narrazioni dei nostri tempi hanno parlato troppo poco.
2017
La memoria n. 1062
896 pagine
EAN 9788838936296
Formato e-book: epub
Protezione e-book: acs4
Heinz Rein (pseudonimo di Reinhard Andermann, Berlino 1906-Baden Baden 1991), giornalista sportivo agli inizi della sua attività, con l’avvento del nazismo subì il divieto di scrittura e periodi di detenzione e internamento. Nel dopoguerra ha vissuto nella Repubblica Democratica Tedesca fino alla rottura negli anni Cinquanta e il trasferimento in Germania occidentale. Ha scritto racconti, cabaret, teatro e romanzi, tra cui: Berlino 1932 (1946) e Berlino. Ultimo atto (2017).
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