Il canotto insanguinato

Il canotto insanguinato

Sospettato di avere ucciso l’amante viene fermato a Milano il giovane russo Ivan Kiergine. A Sanremo infatti è stato ritrovato sulla spiaggia un canotto con una pozza di sangue, una borsetta con la cerniera di rubini, un impermeabile rosso, ma l’uomo nega che la donna sia morta e sembra disperato. Inizia così questa indagine in trasferta del commissario De Vincenzi, considerato il primo vero detective italiano. 

È considerato il primo vero detective italiano. Si chiama De Vincenzi e nasce, con tutta evidenza, in contrapposizione ai grandi investigatori sulla scena all’epoca, Maigret in prima fila.
Cosa lo distingue? È colto, legge Stendhal e Freud, silenzioso, marcatamente malinconico (per distanziarlo, forse, dall’ottimismo di facciata del Regime). Personale il metodo d’indagine. «Rabdomante dei sentimenti» lo presentava il motto editoriale del tempo: nel senso che la verità del delitto la cerca nella psicologia delle persone, in motivazioni e impulsi profondi. Dice degli indiziati: «un uomo non reca con sé un mistero ma un problema».
Nasceva allora il giallo all’italiana che ancor oggi conserva le tracce evidenti gettate dal suo grande e in vita sfortunato promotore, Augusto De Angelis (che fu incarcerato per antifascismo nel 1943 e, dopo la prigionia, morì per le conseguenze di un pestaggio).
Il commissario De Vincenzi ha interrogato a lungo, senza esito, un impenetrabile personaggio. Il russo Ivan Kiergine, un giocatore giramondo, fortemente sospettato per la scomparsa della sua amante, la francese Paulette. Un canotto con sul fondo una pozza di sangue, una borsetta con un fermaglio di rubini e un impermeabile rosso conducono a credere che sia stato consumato un omicidio. Ma Kiergine non parla, mostra al contrario una signorile dignità morale, un sincero accoramento per l’amata di cui è certo che non sia morta, un’indifferenza per la propria sorte. De Vincenzi decide di liberarlo, convinto che con le sue mosse l’uomo svelerà se stesso e l’intrigo di cui appare il protagonista. Kiergine si sposta da Milano a Sanremo; sempre imperturbabile perde alla roulette, forse volontariamente, la sua fortuna. Intanto, attorno a lui piovono cadaveri e si incrociano strane persone; e il commissario segue, tra Sanremo, Nizza, e poi Strasburgo e la Germania, la pista, che porterà non si sa se a un groviglio passionale o a un imbroglio di spie. O entrambi.

24 Luglio 2014

La memoria n. 974

376 pagine

EAN 9788838932366

Formato e-book: epub

Protezione e-book: acs4

Libro 14 euro

Autore

Augusto De Angelis, nato a Roma nel 1888, incarcerato per antifascismo nel 1943, e morto a Bellagio nel 1944 per le percosse subite in un’aggressione fascista. Il commissario De Vincenzi fu portato in televisione negli anni Settanta del Novecento da Paolo Stoppa per una serie di sceneggiati. È protagonista di quindici romanzi scritti tra il 1935 e il 1942 di cui questa casa editrice ha già pubblicato: Il mistero delle tre orchidee (2002), L’Albergo delle Tre Rose (2002), Il mistero di Cinecittà (2003), La barchetta di cristallo (2004), Il candeliere a sette fiamme (2005), L’impronta del gatto (2007), Giobbe Tuama & C. (2008), Il banchiere assassinato (2009), Sei donne e un libro (2010) e Il canotto insanguinato (2014). Tre romanzi della serie sono stati anche riuniti nella collana «Galleria» col titolo Il commissario De Vincenzi.

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