Il ritratto mosso e drammatico del soprintendente delle finanze di Luigi XIV Nicolas Foucquet, uomo ricco e potente, collezionista d'arte e amante di libri. E sullo sfondo un luogo d'elezione: il castello di Vaux-le-Vicomte costruito su commissione di Foucquet dai più grandi architetti e artisti del tempo.
Luigi XIV aspettò la morte del Mazzarino, l'ultimo dei ministri-cardinali, prima di avviare la sua opera: l'assolutismo regio. E per farlo dovette attuare in realtà una specie di colpo di Stato: come comprese il regista Roberto Rossellini, intitolando il suo capolavoro sulla giovinezza del Re Sole, in modo solo apparentemente ossimorico, «La presa del potere da parte di Luigi XIV». La figura di un re che effettivamente governasse era infatti inusitata come una bizzarria passeggera. «Il re regna ma non governa» era la dignità di norma. Passo fondamentale del suo colpo di Stato fu l'arresto, irto di pericoli e preparato con astuzia minuziosa, di un uomo potente come un re e del re ben più ricco: il soprintendente delle finanze Nicolas Foucquet. Foucquet si era arricchito favolosamente con le entrate del Tesoro, all'ombra di Mazzarino, e aveva costruito il potere personale su uno splendore, di dimore, di mecenatismi verso gli artisti, di favori a cortigiani che troverà ironicamente nel Re Sole il più ispirato imitatore dopo la caduta del suo prototipo. Anatole France non nasconde per Foucquet una simpatia, e lo interpreta quale rappresentante - l'ultimo rappresentante presto rimpiazzato da Colbert, «ministro avaro e pusillanime, schiavo infelice» - delle libertà feudali, e delle signorili liberalità, volgenti al definitivo tramonto. Ed è un ritratto mosso, drammatico, con un luogo di elezione: il castello di Vaux-le Vicomte, i cui architetti decoratori pittori e giardinieri passeranno, caduto Foucquet, al servizio del re, dove Molière, La Fontaine, Corneille erano ospiti frequenti in compagnia delle più celebri dame future animatrici di Versailles; e con una scena culmine: l'abbagliante, ingegnoso, spettacolare pranzo in onore del giovane re di passaggio, organizzato dal gran Vatel, il maître d'hôtel che un giorno si ucciderà per aver sbagliato un piatto di pesce. Quel pranzo accenderà in Luigi l'invidia, il sospetto e la necessità della sopraffazione.
2006
La nuova diagonale n. 64
128 pagine
EAN 9788838921421
Anatole France (Parigi, 1844-Saint-Cyr-sur-Loire, 1924; pseudonimo di Anatole-François Thibault), Accademico di Francia e Premio Nobel nel 1921, autore fra l'altro del Delitto di Sylvestre Bonnard (1881), Taide (1890) e dei quattro romanzi che formano il ciclo della Storia contemporanea (1897-1901). Di France questa casa editrice ha pubblicato Il procuratore della Giudea (1980), Crainquebille (1992)e Il castello di Vaux-le Vicomte (2006), racconto storico del destino di Nicolas Fouquet.
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