Quattordici racconti di un autore cileno, considerato tra i più originali e nuovi della letteratura ispanoamericana, che seducono il lettore in un gioco di specchi che non perde però mai di vista «che vi sono giochi poetici e giochi criminali».
Quattordici racconti di un autore cileno considerato tra i più originali e nuovi della letteratura ispanoamericana: vite immaginarie di scrittori a cavallo dell’Oceano e della storia, lunghi amori che contrassegnano in realtà inestricabili esistenze parallele e lontane, soggetti cinematografici stilizzati allo scopo di estrarne puri labirinti di rapporti, giochi manieristici, monologhi di anziane attrici porno che conobbero la grandezza in un loro partner, pseudointrecci polizieschi e storie di frontiera, racconti on the road cuciti dopo la fine dell'incanto. I critici della letteratura di lingua spagnola, che hanno accolto ognuno dei libri di Bolaño come un evento, rinvengono la traccia dell'insegnamento di Borges e di Carver in questi racconti. In ciascuno dei quali infatti, più che una storia fantastica, traspare un apocrifo, a riprova dell'ultima possibilità di realismo rimasta e al cui inizio è Borges: mescolare generi, citare occultamente e falsificare, prendere dalla letteratura alta o popolare e dal cinema, dai rotocalchi. Ma avendo per soggetto sempre delle persone cui «stanno succedendo delle cose, tutte piccole e bastarde». A questo, come suo indizio assolutamente personale, Bolaño aggiunge l'esperienza mostruosa delle dittature postmoderne di Pinochet e Videla. Esse segnano i suoi personaggi, a questi ogni volta si collegano direttamente o indirettamente, e assurgono a universalità come se fossero il segno mnemonico della presenza dell'ingiustizia sul volto della storia e sulla realtà dell'esistenza. Su cui senza fine interrogarsi e attorno al cui enigma incentrare, per orbite brevi o remote, ogni vicenda. Seducendo il lettore in un gioco di specchi che non perde di vista però «che vi sono giochi poetici e giochi criminali».
1 Gennaio 2000
La memoria n. 493
280 pagine
EAN 9788838916519
Fuori catalogo
Roberto Bolaño è morto nel 2003 (era nato nel 1953), nel pieno di una vita d'artista complicata dalle vicissitudini dell'esistenza, e di una creazione incessante, interpretata anche come stimolo e provocazione, alla maniera di quell'avanguardia Dada o situazionista che amava tanto. Questa casa editrice ha pubblicato: La letteratura nazista in America (1998), Stella distante (1999), Chiamate telefoniche (2000), I detective selvaggi (2003, 2009), Notturno cileno (2003), Puttane assassine (2004), La pista di ghiaccio (2004), Un romanzetto canaglia (2005), Monsieur Pain (2005), Il gaucho insostenibile (2006), Anversa (2007) e Consigli di un discepolo di Jim Morrison a un fanatico di Joyce (con A. G. Porta, 2007, 2011). Notturno cileno è stato inserito nella lista dei dieci migliori libri del 2003 dal «Los Angeles Times Book Review» e scelto da Susan Sontag come il libro dell'anno per Times Literary Supplement.
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