Immagini dalla vita di un gruppo di intellettuali russi dal 1918 al 1924. Il sogno di un'aristocrazia dello spirito s'infrange sulla realtà.
Il poeta Esenin e Isadora Duncan, l'amica americana della Rivoluzione russa, si assommano nel personaggio principale di questo romanzo. Quando Mariengof lo scrisse, nel 1928, aveva già dato alle stampe il più famoso Romanzo senza menzogne in cui narrava del sodalizio con Esenin e gli altri amici letterati raccolti intorno alla rivista «Un albergo per i viaggiatori nella terra del bello». E anche nei Cinici si racconta di «viaggiatori nella terra del bello»: immagini dalla vita di un gruppo di intellettuali russi dal 1918 al 1924. Solo che il loro viaggio è alla fine, quando il sogno di un'aristocrazia dello spirito, che muove l'entusiasmo degli esteti, muore. Cinico allora risulta essere, più di chi dall'indifferenza in cui cercava rifugio scivola nella desolazione, il grigio esercito dei laboriosi ritessitori delle trame della realtà.
1 Gennaio 1986
La memoria n. 119
168 pagine
EAN 9788838902819
Anatolij Mariengof (1897-1962) fu tra i fondatori del movimento letterario d'avanguardia degli Immaginisti, cui parteciparono i poeti Chlebnikov e Mandel'stam e che fu dominato dalla mitica figura di Sergej Esenin. Sciolto il gruppo nel 1927, si dedicò ai suoi tre romanzi: Romanzo senza menzogne (1927), I cinici e L'uomo rasato (entrambi pubblicati a Berlino nel 1928), dopo i quali cessò di scrivere. Il resto della vita, tra condanne, riabilitazioni e disgrazie personali, la condusse da dandy stravagante insieme alla moglie attrice, e guadagnandosi da vivere con sketch per la radio e scenette per il circo. Così li ha ricordati un'amica degli ultimi anni: «Andavano sempre sottobraccio, ondeggiando ritmicamente come se ballassero, eleganti e ricercati, una macchia luminosa nella massa dei grigi leningradesi; lui un dandy dalle lunghe gambe, lei un'attrice impellicciata; erano l'armonia personificata».
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