Un piccolo romanzo giovanile (Napoleone lo scrisse a 15 anni), testimonianza di un'ambizione letteraria mai soddisfatta.
Nella Nuova enciclopedia, alla voce «letterati», Alberto Savinio dice: «Napoleone diventò quello che tutti sanno, ma non riuscì a diventare quello che nel suo intimo desiderava: un letterato. Comincia a quindici anni... Scrive un piccolo romanzo: Clisson et Eugénie. Scrive un dialogo: Le souper de Beaucaire. E quando non scrive si propone di scrivere, come nel proclama ai soldati dopo Waterloo: "Se ho consentito a sopravvivere, è per servire ancora la vostra gloria. Scriverò le grandi cose che abbiamo compiuto assieme". E quando non scrive egli stesso, fa scrivere ad altri, come a Sant'Elena. In una confessione sincera dei suoi desideri riposti, Napoleone avrebbe scambiato, Arcole, Wagram, Austerliz per un'opera letteraria che sfidasse i secoli... Acque bastanti il Rodano non ha, per lavare il letterato delle sue colpe. delle sue invidiate colpe». Sarebbero dunque i tiranni dei letterati mancati? E lo fu Bonaparte? La risposta la troveremo in queste pagine giovanili, forse. Ma se letterato è, come dice Savinio, «colui che sa e fa professione di sapere», mai Napoleone fu così compiutamente letterato come quando, su un quaderno di scuola, annotò semplicemente: «Sant'Elena, piccola isola».
1 Gennaio 1980
La memoria n. 9
104 pagine
EAN 9788838901713
Uno dei più celebri personaggi storici di tutti i tempi è stato anche scrittore: oltre a Clisson et Eugénie compose anche un dialogo, Le souper de Beaucaire.
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