La nascita, la vita e la morte di un paesaggio, la Conca d'oro di Palermo, protagonista assoluto della storia mediterranea, nel bene e poi nel male. Un paesaggio nato in un mare al centro della storia, dove si incontrano le nature di tre continenti e le più importanti civiltà umane, in una piccola pianura, chiusa dai monti e solcata dalle acque, di straordinaria bellezza e fertilità.
Giuseppe Barbera racconta che nel 1957 un famoso naturalista nei pressi di Palermo osservò una stranezza: due pulci d’acqua di specie diversa che condividevano la stessa polla; ne venne «l’improvvisa rivelazione» che sta alla base dell’attuale nozione di biodiversità. È questo, prima di tutto, per Giuseppe Barbera la Conca d’oro: un fertile concetto: aura concha, che della conca, della conchiglia e del grembo racchiude la fecondità e la sensualità. Un’idea unitaria, durata centinaia di generazioni, capace di produrre molte altre idee nelle mani e nelle menti, già dai segni delle incisioni rupestri. Questo libro è il racconto della vita della Conca d’oro dall’origine. Storia di un paesaggio, completa da ogni punto di vista. Narra l’epopea del giardino di orti frutta e alberi, coronato dai monti rosa-violetto e fermato dal mare, su cui sorse Palermo, coltivato dai millenni e cancellato in cinquant’anni dal cemento e dalla mafia. Ma va oltre il caso specifico, facendo della Piana un esempio memorabile, modello di comprensione sintetica delle leggi dell’interazione in cui consiste il paesaggio: dove questo è sì l’evoluzione della natura plasmata dall’uomo, ma cessa come evoluzione quando la natura è cancellata. Sicché, al di sotto di tutto circola una differenza che imprime la Conca d’oro, molto più che luogo, come un personaggio nel tempo. Lavoro e opera. Il lavoro rinnova il sostentamento, l’opera produce con il durevole un universo simbolico, fatto di miti, religioni, filosofie, idiomi, immagini. La Conca d’oro fu l’opera dei palermitani; «laboratorio perenne di diversità biologica»; archetipo, con le sue infinite combinazioni, di un modo di civilizzazione. Tanto da trasmettere la certezza che la sua agonia cementizia, sia l’agonia della civiltà cittadina. E tanto che, l’ultimo capitolo si legge con l’emozione del thriller ben riuscito: il furioso Sacco di Palermo.
Come la biodiversità che racconta, Conca d’oro contiene tutta la sovrabbondanza possibile di naturalismo, geografia, mitologia, poesia e storia. È un’opera di scienza, ma nella terra del Parco della Favorita vivono ancora i mandarini sradicati dal giardino familiare, quando appena adolescente assistette al primo avanzare della distruzione. Quindi, è una grande passione diventata scrittura. È – scrive l’autore – «natura, paesaggio e percezioni». Intorno a un paradiso perduto.
4 Ottobre 2012
La memoria n. 903
168 pagine
EAN 9788838927676
Formato e-book: epub
Protezione e-book: acs4
Giuseppe Barbera, professore di Colture Arboree nell’Università di Palermo. Oltre alle numerose pubblicazioni scientifiche, è autore de L’Orto di Pomona (2000), Ficodindia (con P. Inglese, 2002, Menzione speciale, Premio Grinzane Cavour, Giardini Hanbury),Tuttifrutti (2007, Premio Grinzane Cavour, Giardini Hanbury), Abbracciare gli alberi (2009), Qualche cosa del mondo (2010). Per conto del FAI è stato responsabile scientifico del recupero della Kolymbetra (Parco della Valle dei Templi) e del giardino Donnafugata nell’isola di Pantelleria.
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