Un Cagliostro buffonesco e calcolatore con le sue arti negromantiche richiama in vita il ritratto di una vita.
Nasce il riso, secondo Bergson, dal vedere qualcosa di meccanico applicato al vivente. In questa luce, Il conte di Cagliostro è opera eminentemente comica. Il meccanicismo di un luogo tipico della letteratura fantastica e raccapricciante - un ritratto di donna rievocato in vita (in grazia dei poteri negromantici di un Cagliostro buffonesco e calcolatore) - si applica alle viventi vicende d'amore di un giovane ingenuo. L'effetto è il comico. E forse si trova, in questo racconto pubblicato da Aleksej Tolstoj in ultima stesura nel 1928, un contrasto con le successive e famose opere, Pietro il Grande, Ivan il terribile. In queste s'esaltava, epicamente (anche col favore del momento politico e a favorirlo), la figura possente nella storia; nel Conte di Cagliostro sembra stornarsi nel comico il potere dispotico; il quale applica a destini viventi un disegno estrinseco, un meccanismo, e l'aspetta, appunto, il riso.
1 Gennaio 1987
La memoria n. 145
92 pagine
EAN 9788838903892
Non disponibile
Aleksej Nikolaevič Tolstoj (1882-1945), poeta, drammaturgo e narratore, già affermato come scrittore emigrò in Francia nel 1919 per sfuggire alla rivoluzione sovietica. Ritornato in patria nel 1923 godette di riconoscimenti legati soprattutto alle sue opere più famose (la trilogia sulla guerra civile La via dei tormenti, 1927-41; e il romanzo storico Pietro il Grande, 1941). Di Tolstoj questa casa editrice ha pubblicato anche Le avventure di Nevzorov ovvero Ibico.
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