Ci sono due porte che si aprono sui nostri sogni: quella d'oro è la più splendente ma porta sogni falsi e sviati; quella di corno è più dimessa, ma i suoi sogni sono veri. Una raccolta di racconti che illuminano la vita contadina e piccolo-borghese dell'Italia tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento.
«Le date, per me, sono essenziali per costruire i miei personaggi, che non vivono dovunque e sempre. Come lettore, io trovo vuoto e piatto un certo modo di raccontare, i cui personaggi potrebbero esistere da qualsiasi parte, a New York come a Milano, in una condizione più teorica che reale. Per me - per me scrittore intendo - non è così. Io devo vedere i miei personaggi in uno spazio e in un tempo precisi, altrimenti non riesco a trovare il loro spessore e la loro voce - e con il termine 'voce' non voglio dire solo le loro parole o il loro fraseggiare, ma anche la loro coscienza e il suono dei loro pensieri, che vive ed è immerso in un periodo determinato (la fine dell'Ottocento) e in un ambiente specifico (la valle del Ticino a quell'epoca). Ho un debito verso i luoghi che mi hanno permesso di far esistere i miei personaggi, di vederli muoversi e agire: per Tre gozzi e tre cervelli le rive estive del Naviglio tra Boffalora e Turbigo; per L'organetto la Cúrt dî Bièi sommersa dalla neve, nel paese dove sono cresciuta (o forse dovrei dire: il ricordo della Cúrt dî Bièi, visto che da tempo non esiste più e il suo posto è stato preso da un brutto condominio); per 'l dutùr de la Cassinétta il sentiero che dal canale Villoresi sale a Tornavento, in un pomeriggio autunnale. Quanto ai tempi, debbo molto ai racconti dei miei nonni, alle vecchie canzoni popolari, a certe fotografie sbiadite. Suggerimenti mi son venuti anche da alcuni documenti d'archivio - certo ai margini della storia ufficiale - come una lettera di licenziamento del Comune di Inveruno per una maestra nubile in stato interessante, relazioni di medici condotti sulla pellagra, la richiesta di un sussidio inoltrata alle Ferrovie Nord da Catterina B. ...frammenti, brandelli di storie dimenticate e vaghe, che sillabano immagini e frasi da ripulire, elaborare, ricucire, riempiendone i vuoti. Il bello del lavoro di uno scrittore sta proprio in questo: può riscattare delle vicende che nella realtà sono sempre frantumate e caotiche ...». Laura Pariani
1 Gennaio 1993
La memoria n. 275
160 pagine
EAN 9788838909139
Non disponibile
Laura Pariani (1951), pittrice e sceneggiatrice, è autrice di numerosi romanzi e di una ventina di opere teatrali. Con questa casa editrice ha pubblicato Di corno o d’oro (1993, Premio Grinzane Cavour, Premio Chiara), Il pettine (1995, Premio Chianti), La spada e la luna (1995, Premio Elsa Morante) e, con Nicola Fantini, Nostra Signora degli scorpioni (2014, Premio Onor d’Agobbio), Che Guevara aveva un gallo (2016) e Arrivederci, signor Čajkovskij (2019).
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