«Il mondo moderno è frutto dell’arte e della volontà umane. In ogni caso, si tratta di un mondo creato dall’uomo e di cui l’opera d’arte è il simbolo». Una nuova visione del mondo che germina e matura nell’opera d’ingegno del Rinascimento.
Il mondo come opera d’arte, è l’argomento di questo studio, ovvero il mito rinascimentale della creazione di nuovi mondi: un’aspirazione dominante nel suo articolarsi tra gli ideali della vita attiva (con troppa rigidità contrapposti alla contemplazione di stampo medievale), il pessimismo e il senso del nulla, le utopie. Queste lezioni affrontano il tema attraverso una serie di escursioni nell’ambito vario e vasto dell’immaginario del periodo, nei luoghi e nelle categorie delle opere letterarie. Particolare attenzione viene prestata a chi del Rinascimento costituisce insieme punto di svolta e sintesi, ossia Machiavelli, il quale rappresenta una sorta di pietra di paragone in questi itinerari nell’invenzione artistico-letteraria rinascimentale. Il rimbalzare del mito dalla letteratura all’attvità politica; la prospettiva, come categoria generale che dai saggi di pittura investe tutti i campi del sapere e della scienza; le alternative giocose e fantastiche al realismo nell’osservazione malinconica del demone del potere; la valvola di fuga delle utopie; il rispecchiarsi di altri visionari, quali Shakespeare e Cervantes, nelle fantasie del Rinascimento. Una nuova visione del mondo che germina e matura nell’opera d’ingegno del Rinascimento. «In epoca medievale il mondo è visto come creazione divina, un libro scritto dalla mano di Dio – scrive l’autore, un professore di italianistica a Yale di nascita italiana. – I saggi qui raccolti si concentrano sulla ‘invenzione’ del mondo e il concetto di ‘fare’ nelle utopie, nella magia, nella scienza, nelle arti e nel teatro. Sono questi, infatti, gli aspetti che caratterizzano il mutamento di valori e di idee che segna, nel Rinascimento, il passaggio dal Medioevo all’età moderna. Quest’ultima, contrariamente al Medioevo, non concepisce più il mondo come un libro ben più antico di noi i cui segni dobbiamo decifrare. Il mondo moderno – che ci può apparire come il folle sogno di Don Chisciotte o il mondo immaginario di Prospero – è frutto dell’arte e della volontà umane. In ogni caso, si tratta di un mondo creato dall’uomo e di cui l’opera d’arte è il simbolo».
1 Gennaio 2008
La diagonale n. 126
140 pagine
EAN 9788838922947
Giuseppe Mazzotta (nato in Calabria nel 1942, emigrato nel 1957 in Canada con la famiglia e poi dal 1967 negli USA) è professore di lingua e letteratura italiana nell’Università di Yale. Sono famosi i suoi studi sui rapporti tra letteratura, filosofia, politica e teologia, a cui, nella prospettiva della tradizione culturale italiana, propone nuovi approcci originali. Ha scritto tra l’altro: Dante, Poet of the Desert (Princeton, 1979), The World at Play in the Boccaccio’s Decameron (Princeton, 1986), The Worlds of Petrarch (Duke UP, 1993), La nuova mappa del mondo. La filosofia poetica di Giambattista Vico (Torino, 2001). Questo Cosmopoiesis è stato pubblicato in lingua inglese nel 2001.
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