Fitzgerald fa del suo Rottame Vagante un simbolo di libertà e di purezza: «il mio affetto è per te e per tutti gli ornamenti scomparsi che hanno illuminato la mia giovinezza e brillato di speranza e di promesse lungo le strade che ho percorso».
Fitzgerald pubblicò questo racconto sulla rivista automobilistica «Motor» poco prima del Grande Gatsby e dopo il successo del primo romanzo e dei racconti, nel 1924. Poeta malinconico dei miti degli Anni Ruggenti e, con la moglie Zelda, mito egli stesso, già la sua Rolls Royce di seconda mano guidava cortei di ospiti alle sue feste. Rottame Vagante - l'automobile che porta Zelda e Francis dal Connecticut all'Alabama nella «crociera» che qui si racconta - non è ancora quella Rolls Royce, e nel tema del viaggio, scanzonato e avventuroso, s'insinua irresistibile una vena di nostalgia, come per un tempo innocente troppo presto perduto. Del racconto «sulla strada» non manca l'ebbrezza delle grandi estensioni; gli incontri con provinciali spavaldi, pronti alla battuta un po' irritante; le piccole città del Sud imbellettate di cui presto Faulkner rappresenterà il cupo dramma. Rottame Vagante le raggiunge e si ha la sensazione (è l'umorismo nervoso di Fitzgerald che la comunica) che questo sia l'annuncio di una massa che verrà a livellare ogni orgogliosa identità. C'è Zelda, modello di tutte le flappers, le maschiette degli anni Venti, con i capelli corti, i pantaloni knickerbocker e i vestitini luccicanti; e quell'irriverenza svanita, quell'inspiegabile saggezza che diedero a una moda la forza di una svolta storica. E la pubblicità appena nata, più ingenua che invadente: ma dal cartellone rimbalza nei discorsi, si fa citazione a presagio del suo avvenire. È l'automobile il centro della scena. In quegli anni in America diventava consumo di massa, nascevano città sulle rotabili e altre ne morivano prossime alle stazioni ferroviarie. Ford diffondeva il suo messaggio: non bisogna essere ricchi per avere la macchina, bisogna avere la macchina per essere ricchi. E Fitzgerald fa del suo Rottame Vagante un simbolo di libertà e di purezza: «il mio affetto è per te e per tutti gli ornamenti scomparsi che hanno illuminato la mia giovinezza e brillato di speranza e di promesse lungo le strade che ho percorso».
1 Gennaio 1996
La memoria n. 376
112 pagine
EAN 9788838913280
Francis Scott Fitzgerald (1896-1940) scrisse i romanzi Di qua dal Paradiso (1920), Belli e dannati (1922), Il grande Gatsby (1925), Tenera è la notte (1934) e Gli ultimi fuochi (pubblicato nel 1941).
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