Konstantin, giovane serbo, rapito e arruolato a forza tra i giannizzeri, racconta, l'assedio e la caduta di Costantinopoli nel 1453.
Konstantin di Ostrovica venne rapito dai Turchi intorno ai vent'anni e arruolato a forza tra i giannizzeri. Poté così assistere da testimone e protagonista a tutte le imprese che sotto Maometto II (1429-1481) portarono gli Ottomani a risalire come conquistatori i Balcani. Le sue memorie, particolarmente, documentano del clima di clamore e di sorpresa dei contemporanei intorno a due elementi di quell'impresa: la repentina caduta di Costantinopoli nel 1453, e l'emergere della figura leggendaria del giovane conquistatore, Maometto II, che incarnava agli occhi dell'Occidente l'efficienza irresistibile di un nuovo dispotismo statuale. «Da Costantino il Grande voluta - scrive la curatrice delle Memorie di un giannizzero, qui nella traduzione del celebre filologo slavista Angiolo Danti - Costantinopoli, la Nuova Roma o Roma seconda, cinta d'assedio da Maometto II il 5 aprile del 1453 capitolava, dopo disperata difesa, il 29 maggio. Fra lo sgomento generale e la dilagante incredulità, ingenerati dalla notizia del crollo, rapida si insinuò l'idealizzazione del giovane conquistatore, alimentata anche dalla vasta fioritura di leggende popolari. L'eco delle doti di Maometto II non mancò di impegnare anche diverse menti illustri dell'Europa colta del Cinquecento. "Tutta gente, chiosava Danti, che scriveva per convincere re ed imperatori cristiani a far la guerra 'contro il turco', come si diceva allora, ma che d'altra parte e per certi aspetti, non poteva non lodare l'organizzazione dello stato turco"».
1 Gennaio 2001
La nuova diagonale n. 39
184 pagine
EAN 9788838917226
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Konstantin z Ostrowicy, o Konstantin di Ostrovica, poco più che ventenne fu rapito dai Turchi alla natia Serbia per essere arruolato nel corpo dei giannizzeri. Visse esperienze terrificanti, per lui, ed affascinanti soprattutto per chi oggi possa godere la lettura delle sue memorie, che la traduzione di lingua ceca tramandata sotto il nome di Kronikà Tureckà (Cronaca turca), mentre quella di lingua polacca col più fortunato titolo di Pamietniki Janczara, ovvero Memorie di un giannizzero. Nato, si calcola, intorno al 1430 conobbe il vero battesimo dell'uomo d'arme sotto le mura di Costantinopoli. Apparteneva al contingente di mille e cinquecento cavalieri, inviati dal despota serbo Giorgio Branković, vassallo dell'imperatore ottomano, a Maometto II che ne aveva inoltrata richiesta per muovere contro Qaraman. Utilizzò, invece, quelle forze per espugnare la capitale bizantina.
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