La figura del vampiro e il suo aspetto polisemico: personaggio di gran successo negli spazi ludico-ricreativi, metafora di qualcosa di spregevole nella vita quotidiana.
«Non c'è dubbio che la figura del vampiro sia attualmente una delle più note e commercialmente sfruttate della cultura di massa occidentale. La sua capacità di fascinazione contagia i più vari luoghi della cultura: letteratura, teatro, cinema, televisione, pubblicità, fumetto, giochi di società, videogiochi, cd-rom. Sembrerebbe dunque un personaggio di gran successo finchè confinato in spazi ludico-ricreativi, come quelli dell'arte, della maschera e dello svago, e invece metafora di qualcosa di negativo e spregevole nella vita reale, quotidiana. Questa polisemicità è stato il primo elemento a spingermi ad intraprendere un percorso di ricerca inaspettatamente denso di sorprese fin dagli inizi. Già nel corso della fase di ricerca documentaria, infatti, è stato possibile individuare un preciso momento storico, determinante per la formazione del concetto moderno di vampiro nell'immaginario occidentale: l'età illuminista. Di seguito si è venuto configurando un cammino abbastanza lineare che ha portato dal rifiuto intellettualistico dell'esistenza reale dei vampiri, così come la moderna borghesia li stava "conoscendo" dal contatto con l'Europa sudorientale tradizionale, alla rielaborazione in sede letteraria di alcuni degli elementi folklorici in un contesto culturale già preromantico».
1 Gennaio 1999
Nuovo prisma n. 15
96 pagine
EAN 9788838914454
Monica Petronio è nata a Terni nel 1970. Lavora come antropologa a progetti didattici nelle scuole e collabora con istituti di ricerca e documentazione. Questo è il suo primo libro.
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