La più antica città della terra, Damasco è considerata, a partire dal secolo scorso, il cuore dell'arabismo. Le vicende della capitale della Siria e della sua composita società attraverso l'ausilio di fonti di epoca classica e moderna.
Damasco dal profumo soave - al-fayhā' in arabo, la più antica città della terra. Dalla soavità del profumo è derivata la sua intrigante continuità: l'essere città della seduzione e della poesia. I suoi giardini e il suo biondo fiume hanno spinto viaggiatori e geografi a cantare Damasco al-Shām come paradiso sulla terra. Le colline benedette che la sovrastano ricordano il dramma di Caino e Abele, i quaranta profeti, Maria e Gesù Bambino in fuga. La grande moschea degli Umayyadi riporta alla memoria il sacrificio di Giovanni Battista, il profeta del deserto. È la città menzionata nel Corano e ricordata più volte da Muhammad: il sigillo della profezia. Fu capitale dei califfi umayyadi e forse la più amata dal Saladino. Fino a qualche tempo fa, rappresentò il centro di raccolta dei pellegrini diretti ai luoghi santi dell'Islam. Dār al-hiğrah, è stata scelta dai grandi mistici, come l'andaluso Ibn 'Arabī e l'emiro algerino 'Abd al-Qādir. È la città che gli angeli proteggono, stendendo su di essa le ali. È lo spicchio del mondo, come sottolineava l'abate milanese Stoppani in visita a Damasco alla fine dell'Ottocento. È considerata, a partire dal secolo scorso, il cuore dell'arabismo (qalb al-'urūbah) e della nazione araba. L'autore, specialista di storia dell'area siriana, delinea in questo libro le vicende della città e della sua composita società, dall'avvento dell'Islam ad oggi, proponendo alcuni moduli rappresentativi. Si avvale della lettura di fonti storico-letterarie di autori damasceni e di materiali di prima mano conservati in massima parte negli archivi della capitale della Siria. Non tutto vi è compreso. Per l'epoca contemporanea, manca la trattazione di un tema caro alla storiografia nazionalista, il governo arabo di Faysal (1918-20). Nella scelta dei temi, trattati in modo da facilitare la lettura ai non specialisti, l'autore ha privilegiato il percorso tracciato nei secoli da storici e uomini di cultura damasceni, per intendere l'evoluzione della composita società della grande città siriana. L'immagine della città che pertanto ne deriva è quella dei damasceni, colta attraverso il suggestivo andare lungo le rive del Baradà.
1 Gennaio 2004
Nuovo prisma n. 50
264 pagine
EAN 9788838919848
Non disponibile
Antonino Pellitteri è professore di Storia dei Paesi Islamici presso l'Ateneo palermitano. Damasco e la Siria, o meglio il Bilād al-Shām, rappresentano l'area di maggiore interesse dei suoi studi, con particolare riguardo alla storia politica a culturale d'epoca moderna e contemporanea. Tra le sue pubblicazioni scientifiche: Il riformismo musulmano in Siria (1870-1920), Napoli, 1987; ‘Abd al-Rah)man al-Kawākibī (1853-1902), Roma, IPO 1996; Magrebini a Damasco, Roma, 2002. Per questa casa editrice ha curato la versione italiana di ‘Abd Allāh al-Salih) al-‘Uthaymīn, Storia dell'Arabia Saudita, 2001.
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