Delirium cordis

Delirium cordis

Giravolte e peripezie di un intreccio da giallo futuribile, in una Palermo postcatastrofe, in cui l'acqua delle fonti è turchina, e dove domina il silenzio obbligatorio per permettere ai radar di prevenire attentati...

«C'è o non c'è, insomma, questo esercito innominabile? Se c'è, ciascuno di noi potrebbe farne parte. E qualcuno di noi potrebbe essergli alleato spontaneamente, con il solo condurre un certo criterio di vita. Quando è così - quando gli avversari sono tanto invisibili quanto ubiqui - non si tratta di una guerra ma di un vortice. Qualcosa di vitale perde il ritmo, la consistenza, la ragion d'essere. E diventa un marasma senza tregua. Un subdolo caos che ci mette e rimette sulla soglia della morte. Una specie di 'delirium cordis', come gli antichi chiamavano il rischio estremo del cuore, la fibrillazione». In un altro racconto, A presto del 1990, Michele Perriera ha voluto rappresentare lo stato delle cose, il presente, seguendo un intreccio vorticoso svolgentesi in una grande e simbolica città meridionale, Palermo. Aveva, quel romanzo, convergenze e divergenze con la grande letteratura di radici siciliane; ma soprattutto aveva parentele con scrittori d'oggi come Vonnegut, come Dick, come Pennac, come certi nuovi del thriller americano. Anche in questo Delirium cordis la pista seguita è la stessa, e segue le anse, le giravolte e le peripezie di un intreccio da giallo futuribile. Palermo è in un futuro postcatastrofe, in cui l'acqua delle fonti è turchina, e dove domina il silenzio obbligatorio per permettere ai radar di prevenire attentati. Una giornalista, Mariù, e Vladimiro, il suo compagno, si amano, e nel loro amore - come in ogni vero amore - vive un progetto di verità e di ricerca della dignità che li porta a ordire un complotto contro il più grande complotto della mafia e del potere, ma in realtà di un potere più grande che li trascende in un più misterioso e vasto disegno. Ai due, altri personaggi si uniscono, un uomo di legge, un vecchio psicoanalista, altri. E complotti grandi e piccoli si intersecano e si confondono, travasano l'uno nell'altro, conflagrano: si trasformano in resa, o in ricerca di una morte degna di stima. Come in un futuro stato di natura da cui emergerà un nuovo, del tutto virtuale, potere Leviatano.

Autore

Michele Perriera (Palermo, 1937-Cefalù, 2010) scrittore, drammaturgo, regista, critico, giornalista, negli anni Sessanta è stato tra gli animatori del Gruppo 63, con il romanzo sperimentale Principessa Montalbo; partecipe anche del rinnovamento del teatro, ha fondato la scuola di teatro Teatès. Con Sellerio ha pubblicato la memoria-intervista Marcello Cimino. Vita e morte di un comunista soave (1991), Anticamera (1994), La spola infinita (Premio Mondello 1995), Con quelle idee da canguro. Trentasei anni di note ai margini (1997), Atti del bradipo (1998), Ritorno (2003), Uno scrittore in redazione. Articoli, cronache, critiche, commenti di vita culturale. «L’Ora» 1961-1992 (2020), i romanzi A presto (1990), Delirium cordis (1995), Finirà questa malìa? (2004), La casa (2007), I nostri tempi (2009), l’affresco autobiografico di una città e una vita Romanzo d’amore (2002). Nel 2006 gli è stato conferito il Premio della Critica Teatrale.

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