In quindici saggi, la rappresentazione dei crimini nella letteratura popolare europea tra Seicento e Settecento.
«Se è pulsione specifica della scrittura letteraria quella di confrontarsi con statuti e norme che pretenderebbero di regolare ogni suo atto istitutivo, per infrangersi inevitabilmente contro quelle leggi e per ogni volta infrangerle, il delitto, di qualunque natura esso sia, sembra non poter fare a meno da parte sua di trasformarsi comunque in un racconto. Anzi: forse non potrebbe neppure essere compreso, né quindi giudicato, se non fosse posto in termini di narrazione. Sono queste narrazioni - per come il passato le modellava - che interessano noi qui, storie scellerate che costituirono quell'enciclopedia del crimine e della legge mediante la quale ancora oggi interpretiamo (almeno parzialmente) le cronache a noi contemporanee; storie che non avrebbero poi avuto la risonanza che ebbero, non avrebbero generato a loro volta altri racconti delittuosi mischiando impunemente fatti e finzione, reale e romanzesco, se per secoli non fossero state veicolate dalla parola scritta, tramandandosi così fino a noi».
Scritti di: Giancarlo Baronti, Ian A. Bell, Lennard J. Davis, Roberto De Romanis, Silvia Disegni, Michael Harris, Rosamaria Loretelli, Franco Marenco, Guido Panico, Ruth Perry, Sergio Poli, Adriano Prosperi, Marinella Salari, Janet Todd, Marina Vitale.
1 Gennaio 1999
Nuovo prisma n. 12
288 pagine
EAN 9788838914614
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