Hecht esercita anche in questi thriller il suo mestiere di sceneggiatore: accurate ambientazioni, suspense, colpi di scena.
Una storia dei prestiti, delle influenze del cinema sulla letteratura potrebbe, in idea, iniziare con quello che dice Conrad sul fine dello scrittore, «far udire, vedere, sentire, con la sola forza della parola scritta» (e a questo programma si ascriverebbero, per esempio, la presa sulle avanguardie letterarie degli anni Venti della teoria del montaggio di Ejzenštejn; o le riflessioni sulla vita filmata che Pirandello raccolse nei Quaderni di Serafino Gubbio operatore); e potrebbe finire con l'ironia di Woody Allen, in Manhattan, a proposito dell'idiozia industriosa di scrivere «romanzi tratti da film». In linea mediana si situerebbero questi racconti gialli di Ben Hecht, sceneggiatore e soggettista dell'età d'oro di Hollywood (suoi sono Prima pagina, Scarface, Notorius), quando il cinema, già industria, aveva la vitalità di rendere indimenticabili prodotti. In certo senso sono «racconti tratti da film». Film, però, immaginati e visti solo da Ben Hecht, con suspense, colpi di scena, caratteri e caratteristi, «interni» sofisticati ed «esterni» newyorkesi. E le loro trame variano sul tema del delitto, senza passione per il crimine, ma per passione d'amore.
1 Gennaio 1986
La memoria n. 131
160 pagine
EAN 9788838903588
Ben Hecht (1893-1964), scrittore americano (Erik Dorn, Prima pagina, Il diavolo a New York, tra i suoi romanzi), si affermò come soggettista e sceneggiatore cinematografico nella Hollywood dagli anni Trenta ai Cinquanta. Sue sono, tra le altre, le sceneggiature di Scarface, Partita a quattro, Ventesimo secolo, La voce nella tempesta, Notorius, Addio alle armi.
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