Con un saggio di Emilio Cecchi
Il principe Florizel, protagonista di questo racconto, può essere considerato capostipite di quel tipo di investigatore che è portatore di quella che in teologia si chiama la grazia illuminante.
«Arbitro metafisico tra la virtù e la colpa», dice Emilio Cecchi (nel saggio che in appendice ripubblichiamo) del principe Florizel di Boemia, protagonista di questo racconto di Stevenson: ed effettivamente il personaggio si può considerare come il capostipite di quel tipo di investigatore che sarà poi il padre Brown di Chesterton e che avrà una numerosa e non sempre rispettabile discendenza nel genere poliziesco: l’investigatore che è portatore di quella che in teologia si chiama la grazia illuminante. Ma la storia del Diamante del Rajà è soprattutto un bellissimo, fantasioso, movimentato racconto: un piccolo classico nella nitida, «classica» traduzione di Carlo Linati.
1 Gennaio 1979
La memoria n. 2
148 pagine
EAN 9788838901645
Robert Louis Stevenson (Edimburgo, 1850 - Vailima, 1894) visse gli ultimi anni, dal 1889 al 1894, anno della sua morte, nelle isole dei Mari del Sud, soggiornando qualche mese nelle Hawaii, dove ebbe modo di incontrarsi con l’opera umanitaria di Padre Damiano. Terminò questa biografia del più anziano amico Fleeming Jenkin nel 1888. Jenkin, viaggiatore, ingegnere e professore nei corsi universitari frequentati svogliatamente da Stevenson, nato nel 1833, era morto tre anni prima, nel 1885. Di Stevenson, questa casa editrice ha pubblicato: Il diamante del Rajà (1979), L'isola del romanzo (1987), Weir di Hermiston (1994), Il riflusso della Marea (1994), Lettera al dottor Hyde (1994).
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