Il testo consta di tre parti: una prima, originaria da Mosca o Novgorod dei secoli XV-XVI, sulla vita spirituale; la seconda, da Novgorod del XV secolo, sulla vita civile e familiare; la terza parte, sull'economia domestica, è il nucleo originario più antico. Questo libro minuziosamente prescrive come s'ha da vivere beati in un'izba del sedicesimo secolo.
Domostroj, un Galateo russo, d’incerta datazione tra quindicesimo e sedicesimo secolo, a istruire il proprietario terriero che abbia una tenuta - nemmeno troppo grande - una famiglia, dei servi, e del timor di Dio e del «piccolo padre» (ma dirlo Galateo e confrontarlo con l'opera di Monsignor della Casa, di Castiglione, è forse improprio: gli ammonimenti del Domostroj somigliano a delle Georgiche più curtensi e feudali). Il titolo La felicità domestica è redazionale. Della felicità, da quegli albori del Cinquecento, può dirsi una cosa almeno, che la felicità non porta più aggettivi e, affannosamente cercandone di volta in volta uno, s'è liberata, è uscita di casa (per qualcuno s'è persa). E se c'è guadagno, a valutarlo aiuta questo libro che minuziosamente prescrive come s'ha da vivere beati in un'izba del sedicesimo secolo.
1988
La memoria n. 183
168 pagine
EAN 9788838905056
Non disponibile
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