Un saggio magistrale su uno dei romanzi più famosi al mondo, un simbolo riconosciuto della cultura europea da uno dei massimi esperti di storia del libro e della lettura.
«In un’angusta cella di prigione, in una città spagnola il cui nome non vogliamo ricordare, forse Castro del Río o forse Siviglia, un uomo d’armi e di lettere, cinquantenne e già stanco, concepisce un personaggio a propria immagine e somiglianza, un cavaliere un po’ più ridicolo e più coraggioso di lui, un individuo strenuamente deciso a combattere le quotidiane ingiustizie del mondo. Tra quattro umide pareti, “ove ogni scomodità ha il proprio seggio e ogni triste rumore prende dimora”, pareti che certamente gli ricordano la sua lunga prigionia africana, il detenuto Miguel de Cervantes Saavedra dà vita a un vecchio hidalgo che rifiuta di piegarsi alle convenzioni menzognere di questo mondo e decide di obbedire unicamente alle norme dettate dalla sua coscienza».
Miguel de Cervantes finge di aver trovato il manoscritto del Don Chisciotte opera di un certo Cide Hamete Benengeli, un moro. Sono gli anni, quando lui scrive, in cui i moriscos, gli arabi convertiti, sono cacciati dalla Spagna: ultimo atto da parte del potere di un tentativo di limpieza de sangre, e di invenzione di una identità pura della Spagna. Quindi l’attribuzione a un moro e a una lingua vietata del suo capolavoro è già di per sé un atto sovversivo. E non è se non il primo degli innumerevoli doppi che si trovano in quest’opera-specchio segreto. Sono i «diversi altri», i «fantasmi» di cui Cervantes, per caso o per studio, dissemina il primo e più fondamentale romanzo moderno. Questa fitta, ingegnosa e sorprendente analisi di Alberto Manguel (Buenos Aires 1948, scrittore e uno dei lettori del cieco Borges nonché fondatore di un rivoluzionario Centro internazionale sulla lettura) li svela puntigliosamente.
2023
Il divano n. 333
144 pagine
EAN 9788838944741
Formato e-book: epub
Protezione e-book: acs4
Alberto Manguel è nato a Buenos Aires (1948) ma è cresciuto in Israele, dove il padre era ambasciatore, e ha vissuto in molti paesi. Narratore, scrittore, traduttore e critico, allievo di Borges, dal 2015 al 2018 è stato direttore della Biblioteca Nazionale di Buenos Aires. Nel 2020 si è trasferito a Lisbona. Accademico dei Lincei, ha pubblicato numerosi libri, tra cui: Con Borges (2005); Diario di un lettore (2006), con cui ha vinto il Premio Grinzane Cavour 2007, Stevenson sotto le palme (2007); Al tavolo del Cappellaio Matto (2008); L’amante puntiglioso (2009); Il libro degli elogi (2009); Il ritorno (2010); Una vita immaginaria (2011); Una storia naturale della curiosità (2015); Vivere con i libri. Un’elegia e dieci digressioni (2018). Con Sellerio Don Chisciotte e i suoi fantasmi (2023) e Il rovescio dell'arazzo. Note sull'arte della traduzione (2024).
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