Chi dovrà scrivere in futuro una storia della metafora, non potrà trascurare questa opera di Giuseppe Testa per il punto di vista sicuramente singolare. Testa scrive: «Nei dieci anni d’oro della psicoanalisi (1895-1905) la fisica teorica faceva esplodere l’universo come una galassia nel frullatore; spazio, tempo diventano concetti discutibili, categorie opinabili… Allora (Freud) cominciò a sentire il proprio lavoro vicino a quello dei fisici. Può darsi pensasse di essersi inerpicato sulle spalle di quei giganti che per Newton erano stati Copernico, Galileo, Keplero: ma se il punto più elevato non era che la postazione di un astronomo, l’esploratore si era già fatto cosmonauta». Con la ovvia distanza temporale e spaziale, anche Testa si muove da cosmonauta. Il suo occhio rivolto soprattutto ad esporre gli esiti metaforici dei profumi venerei, ed in particolare quelli dovuti al mestruo, apre una strada sicuramente nuova per leggere le opere letterarie. D’altra parte Testa ci ricorda che ad alimentare la presenza di metafore degli odori del corpo femminile hanno insistentemente contribuito false opinioni e luoghi comuni avvalorati nei secoli da una vasta letteratura fantasiosa: a partire dal Libro delle impurità femminili, scritto verso il Mille da al-Kulayni, silloge degli odori delle donne, per arrivare a Fliess, contemporaneo di Freud. Per intendere quanto le letture dei caratteri sessuali abbiano influenzato la letteratura dell’Occidente, diversamente da quanto farebbe pensare l’apparente indifferenza ostentata dai cristiani al contrario di ebrei e musulmani, basti ricordare che mentre i Maestri del pensiero illuminista (Buffon, Voltaire, La Mettrie, Diderot) beffeggiavano Linneo per avere classificato le piante in base agli organi riproduttivi, Rousseau gli scriveva: «La vostra Philosophia Botanica vale per me più di tutti i libri di morale». Non solo per la novità del tema studiato, ma anche per la ricchezza delle informazioni provenienti da ambiti scientifici più diversi, l’opera di Testa si impone a giusta ragione come una rilettura illuminante della storia della rappresentazione del corpo femminile, da parte della cultura non solo dell’Occidente.
1 Gennaio 2011
Nuovo prisma n. 84
176 pagine
EAN 9788838925276
Giuseppe Testa, 53 anni, è nato in Sicilia, ad Acireale, dove vive. Editorialista e inviato speciale del quotidiano «La Sicilia» di Catania è autore di un saggio su Angelo Maria Ripellino traduttore, apparso sul volume collettaneo A. M. Ripellino, poeta e slavista edito da «Lunarionuovo» (1990) con contributi, fra gli altri, di Italo Calvino e Serena Vitale.
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