Il dottor Antonio narra della tragedia del contrasto tra l'immane dovere di chi si voca alla libertà e alla patria, e l'inoppugnabile lusinga dell'amore.
Il caso di Giovanni Ruffini e del suo romanzo, Il dottor Antonio - caso storico e letterario insieme il cui fitto intrecciarsi Oreste del Buono disegna nella Nota che chiude il volume - è un esempio di come la vita o la si vive o la si scrive. Esule dalla giovinezza alla morte, l'autore dedicò la prima metà della vita a cospirare al seguito di Mazzini, e la seconda a scrivere romanzi; e nella prima lasciò che si insinuasse l'irresolutezza e il dubbio che fa inetto il cospiratore; ai romanzi, e soprattutto al più fortunato, Il dottor Antonio, consegnò una specie di autobiografia di ciò che lui non riuscì ad essere. Il dottor Antonio narra della tragedia del contrasto tra l'immane dovere di chi si voca alla libertà e alla patria, e l'inoppugnabile lusinga dell'amore. È alla fine il fervore politico a prevalere, e forse il fatto che Antonio, come Ruffini, è esponente di una generazione la cui vitalità si infranse nelle rivoluzioni, aiuta a comprendere il perché.
1 Gennaio 1986
La memoria n. 144
528 pagine
EAN 9788838903823
Non disponibile
Giovanni Ruffini (1807-1881), scrittore e patriota italiano, visse in esilio gran parte della vita, prima per sfuggire alle persecuzioni contro la Carboneria, dopo l'Unità in volontario distacco. Scrisse, tra l'altro, i due romanzi, Lorenzo Benoni (1853) e Il dottor Antonio (1855) entrambi in lingua inglese, e il libretto d'opera del Don Pasquale di Donizetti.
Chi ha consultato la pagina di questo libro ha guardato anche: