Nel monologo teso, vibrante di variazioni emotive, l’autoritratto di una delle poche donne che segnò di sé la sua epoca: la sorella di Napoleone, che fu Granduchessa di Toscana, si confessa.
«Mai donna ha rinnegato al pari di lei le grazie del suo sesso» scrisse di lei una perfida testimone del tempo. Elisa Bonaparte, Principessa di Lucca e Piombino, Granduchessa di Toscana, dove ha lasciato un buon ricordo, è forse il personaggio meno noto della famiglia di Napoleone. Donna capace e ambiziosissima, plasmata dal più colto e intellettuale dei fratelli Bonaparte, Luciano, riesce a conquistare l'ammirazione dell'Imperatore: «Elisa è il migliore dei miei ministri». In questo monologo Ernesto Ferrero coglie Elisa nell'imminenza della sua caduta, in una notte della primavera 1814. La granduchessa rievoca la sua giovinezza solitaria, la ricerca di un'identità, i complessi rapporti con la famiglia e con i numerosi favoriti (che la tradiranno crudelmente), la passione per il teatro, i trionfi e i dolori. Ne esce l'autoritratto di una delle poche donne - insieme a Maria Luigia - capaci di improntare di sé un'epoca. Nelle sue confessioni si possono cogliere in filigrana le esaltazioni di un momento storico di rara intensità, in cui tutto è smisurato e sembra diventare realizzabile l'ambizione di rifare il mondo.
1 Gennaio 2002
La memoria n. 557
84 pagine
EAN 9788838918353
Ernesto Ferrero (Torino, 1938) ha lavorato molti hanni nell'editoria, e oggi è il direttore della Fiera internazionale del libro di Torino. Tra i suoi libri, i romanzi N., che racconta i trecento giorni di Napoleone all'isola d'Elba (Einaudi, 2000; Premio Strega, Premio Lucca) e L'anno dell'Indiano (Einaudi, 2001), storia vera di un altro geniale istrione nell'Italia del 1924; una biografia di Barbablù, il mostruoso Gilles de Rais del '400 francese (Piemme, 1997), e Lezioni napoleoniche (Mondadori, 2002), un trattatello sulle moderne tecniche di governo di Napoleone organizzatore e manager. Traduttore di Flaubert e di Céline, collabora a «La Stampa».
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